San Polo:
per ottanta
bambini sport, teatro e tanta solidarietà

di Irene Panighetti
Ogni partecipante porta da casa il cibo, consumato al campoFoto di gruppo per alcuni partecipanti del campo estivo in corso a San  Polo fino a fine agostoTanti laboratori: dal teatro, all’attività motoria, fino agli  Scooby doo
Ogni partecipante porta da casa il cibo, consumato al campoFoto di gruppo per alcuni partecipanti del campo estivo in corso a San Polo fino a fine agostoTanti laboratori: dal teatro, all’attività motoria, fino agli Scooby doo
Ogni partecipante porta da casa il cibo, consumato al campoFoto di gruppo per alcuni partecipanti del campo estivo in corso a San  Polo fino a fine agostoTanti laboratori: dal teatro, all’attività motoria, fino agli  Scooby doo
Ogni partecipante porta da casa il cibo, consumato al campoFoto di gruppo per alcuni partecipanti del campo estivo in corso a San Polo fino a fine agostoTanti laboratori: dal teatro, all’attività motoria, fino agli Scooby doo

Sarà anche «sospesa» ma resta un’estate piena di attività e divertimento quella dei circa 80 bambini dai 6 ai 13 anni che stanno partecipando al campo estivo promosso da Rugby Brescia, Essere cooperative sociali e oratorio San Luigi di San Polo, con il sostegno dei consigli di quartiere della zona est. Da inizio giugno fino al termine del mese di agosto questi ragazzi trascorrono le giornate in compagnia, coinvolti in laboratori proposti da una quindicina di educatori volontari che hanno il compito di gestire piccoli gruppi di partecipanti tra il campo del Rugby di Maggia e quello dell’oratorio; l’oratorio a fine luglio chiuderà e i trenta ragazzi si sposteranno al campo di via Maggia perché il progetto è unico, sebbene modulato in due spazi diversi. Il tutto gestito nel pieno rispetto delle norme anti-Covid. «Da tutta la zona est della città ma anche dell’hinterland la mattina alle 9 iniziano ad entrare i ragazzi accompagnati dai genitori – spiega Andrea Perderzoli – ma tutti mi conoscono come Spillo». TRENTATRÈ anni, da 6 volontario nei grest dell’oratorio e da «sempre educatore e impegnato con i giovani e i disabili perché questo è il lavoro che ho sempre voluto fare, con una mamma maestra e un fratello disabile – aggiunge – in questo campo estivo ci sono come me da educatori i ragazzi di San Polo che ho cresciuto io: gente che mi faceva diventare matto e che ora si rende conto cosa significhi essere dall’altra parte!». La squadra dei volontari è molto affiatata e mossa dalla volontà di creare integrazione «tanti bambini provengono da famiglie di origine non italiana», spiega Nicole Piscitelli, 23 anni, studentessa in scienze del servizio sociale all’università Cattolica cittadina, accompagnatrice degli under 12 del Rugby Brescia che ha iniziato ad attivarsi con i bambini della zona due anni fa, con Andrea Marini, della cooperativa «Essere», il quale si occupa principalmente dei laboratori teatrali in questa «estate sospesa». Il nome rimanda ai valori della solidarietà perché deriva dalla «spesa sospesa» che, anche in zona est, è stata attivata durante il periodo dell’emergenza sanitaria. Per il campo estivo oltre due mesi fa era iniziata una raccolta fondi che «ha permesso, scagionando per fascia di reddito, di far pagare mediamente 30 euro a settimana il grest. Una cifra dalla quale è escluso il cibo, poiché ogni partecipante si porta da casa merende e pranzo, il quale è consumato al campo da quasi tutti i bambini: è quindi un impegno full time quello degli educatori, dalle 9 alle 17. «Dopo l’arrivo iniziano i balli, la sfida degli inni e poi i laboratori scolastici», racconta Nicola mentre Andrea ci tiene a ricordare «l’attività di Scooby doo, cioè la costruzione di braccialetti molto, molto gradita». Lo sport è nel pomeriggio: calcio all’oratorio e, ovviamente, rugby in via Maggia. Insomma fino a settembre questi bambini sono impegnati e ben seguiti: è evidente che gli educatori volontari mettono la passione in questo impegno non da poco: «essere d’aiuto è il senso della vita, l’ho sempre pensato e così lo metto in pratica», valuta Nicole e Andrea aggiunge: «stare con i piccoli e anche con i disabili è molto bello: certo, ci sono giorni in cui proprio è pesante, soprattutto a causa dei genitori che a volte non hanno rispetto delle nostre modalità di approccio educativo». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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