Sara, il vaccino negato e la lotta contro la fibrosi

Sara Bertanzetti  con il marito al suo fianco nella battaglia per il vaccino
Sara Bertanzetti con il marito al suo fianco nella battaglia per il vaccino
Sara Bertanzetti  con il marito al suo fianco nella battaglia per il vaccino
Sara Bertanzetti con il marito al suo fianco nella battaglia per il vaccino

Sara ha 34 anni, dalla nascita lotta contro la fibrosi cistica, da un anno e mezzo vive grazie al trapianto dei polmoni, il Covid 19 la spaventa, più di quanto non spaventi tutti noi, per questa ragione chiede disperata che al più presto le venga fatto il vaccino. Sara Bertanzetti ha: la fibrosi cistica, il diabete, è stata trapiantata di polmoni nel giugno del 2019 ed è ovviamente immunodepressa. Lei non è certo il tipo che si lamenta, abituata a estenuanti battaglie con il fiato corto, anzi ringrazia tutti coloro che le hanno concesso una nuova opportunità, ma non riesce a spiegarsi perché i pluripatologici, come lei, non abbiano una precedenza nell’essere vaccinati contro il Covid. La sua paura è che il regalo di una nuova vita vada sprecato, ma questo pare non bastare, tutte le porte a cui ha bussato le sono state sbattute in faccia. «Al Policlinico di Milano dove sono stata trapiantata non hanno a disposizione il vaccino per i loro pazienti e mi dicono di rivolgermi all’Ats di riferimento – racconta Sara –. Chiamo quasi tutti i giorni l’Ats di Nozza di Vestone dove molto gentilmente mi dicono che non sanno rispondermi, allora provo con il Centro Vaccinale di Gavardo e ancora niente, ho contattato: medici, farmacie, tutti i siti possibili di Regione Lombardia, ma nulla è ancora in previsione». Come lei decine di persone con le più diverse patologie cercano una risposta che sia immediata, se la vita di tutti noi è cambiata, quella degli immunodepressi è appesa a un filo. «Alterno momenti di puro terrore – continua Sara – a momenti di rabbia quando scopro che al Centro fibrosi cistica di Verona i loro pazienti li stanno già vaccinando. Sono felice per loro ovviamente, ma mi chiedo: perché queste differenze?». Questa giovane donna, che vive a Sabbio Chiese, ogni mattina va al lavoro, ha un marito che fa il carabiniere e per forza di cose ha contatti con altre persone. La coppia ogni giorno escogita piani per crearsi una bolla intorno, ma il pericolo rimane comunque in agguato. Sara ha bisogno del vaccino Pfizer per preservarsi dal virus e smettere di vivere nel costante terrore. «Non chiedo un favore per me, ma per tutte quelle persone come me – conclude Sara- che lottano strenuamente da decenni per la vita, quelle a cui, fino a qualche tempo fa, guardavano tutti con speranza come esempio di forza e coraggio, quelle che oggi si sentono abbandonate, in balia di logiche barbare e che avrebbero solo bisogno di essere vaccinate subito». Sara non ha certo intenzione di mollare adesso, dopo una battaglia che va avanti dal suo primo vagito, dopo un trapianto di polmoni che le ha ridato la vita, e anche oggi sarà attaccata al telefono nella speranza di avere una risposta, di poter sentire quelle parole che per lei sarebbero una liberazione da pensieri terribili.•.

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