L’INTERVISTA

Bonelli: «Nella scuola sono ancora troppi i precari Ma speriamo nella normalità»

di Magda Biglia
Il dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di fronte al nuovo anno pronto a partire: "Stop alle restrizioni Covid, ma terremo monitorata la situazione e manterremo i referenti interni"
Giuseppe Bonelli: dirigente dell’Istituto scolastico territoriale
Giuseppe Bonelli: dirigente dell’Istituto scolastico territoriale
Giuseppe Bonelli: dirigente dell’Istituto scolastico territoriale
Giuseppe Bonelli: dirigente dell’Istituto scolastico territoriale

Il dirigente dell'Ufficio scolastico territoriale, Giuseppe Bonelli, fa il punto in vista dell'avvio del nuovo anno scolastico 

Dottor Giuseppe Bonelli, lunedì la prima campanella suonerà l’avvio di un anno «normale»?

Sì, tutto come nel 2019, niente più misure restrittive per il virus, anche se terremo monitorata la situazione e manterremo il referente Covid. Per la gestione dei casi di contagio aspettiamo Ats che a sua volta aspetta indicazioni regionali che recepiscano le linee nazionali. Per quanto riguarda l’invito alle scuole di chiedere ad Arpa una rilevazione della qualità dell’aria per ora non appare possibile. Magari successivamente se dovesse rendersi necessario, intanto cominciamo tenendo presenti le sanificazioni e l’aerazione con le finestre. Niente di obbligatorio ma precauzioni valide sempre.

I docenti e il personale no vax riprenderanno servizio?

Certo. La loro sospensione non era una punizione, era una salvaguardia nei loro confronti. I non vaccinati correvano seri rischi a stare in una collettività. Se adesso si ritiene che, grazie all’alto numero di vaccinati, il pericolo non esista quasi più e si ricomincia senza mascherine, senza distanziamento, vuol dire che anche chi non ha aderito alla somministrazione può rientrare. In ogni caso non erano molti nella nostra provincia.

Ci dimenticheremo della dad, del percorso di digitalizzazione effettuato in questi anni?

Qui entra in gioco l’autonomia. Ogni istituto nei suoi piani deciderà quali attività lasciare online. Non le lezioni, non si può fare un collegamento con i contagiati a casa, trattati ormai come gli altri malati. Però alcune riunioni, tipo il Collegio, il Consiglio di Istituto, o anche i colloqui con i genitori potrebbero, se non sempre, almeno qualche volta utilizzare il computer. Anche la formazione, ora obbligatoria, credo che continueremo a proporla quasi sempre via internet. Consente risparmi, maggiore partecipazione, coinvolgimento di esperti qualificati anche lontani, utilizzi asincroni.

Vediamo il 2019 anche nei soliti problemi, tanti supplenti, reggenze nelle dirigenze, mancanza di personale amministrativo e direttivo…

I precari sono molti anche quest’anno. Speriamo ci siano poche rinunce alle nomine per avere presto le cattedre coperte. Le reggenze sono il doppio dell’anno scorso perché la graduatoria dei presidi vincitori di concorso è esaurita e perché da altre regioni sia i presidi che i docenti, che i bidelli o i segretari non ambiscono venire. Sappiamo che il posto pubblico è desiderato dal Sud del Paese, con relativi trasferimenti, perciò io credo si debba tenere conto, ad esempio con contrattazioni di secondo livello, dei diversi costi della vita. Si fanno i concorsi e non si trovano candidati, anche perché sono rari e finiscono con l’interessare uomini, e donne soprattutto, che tengono famiglia e faticano a spostarsi; oppure arrivano persone intente solo a cercare un modo per ritornare dove sono venute. L’Ufficio scolastico territoriale è sguarnito e le segreterie pure, riempite con addetti magari bravissimi ma promossi senza le necessarie competenze e titoli.

Manca anche il dirigente dell’Ufficio regionale e si parla pure di una sua volontà di andarsene: è vero?

Per l’Usr occorrerà attendere il nuovo Governo, è nomina ministeriale. Che io cerchi un riavvicinamento a Milano, dove abito, è noto. Ma va considerato che sono a Brescia da sei anni e la norma prevede giusti ricambi nella pubblica amministrazione onde evitare autocrazie. Il nuovo genera novità, serve. D’altronde mi sono sempre trovato bene qui e poi il prossimo anno sarà stimolante con la Capitale della Cultura.

Ci saranno anche cambiamenti nella scuola...

Sì, il diverso sistema del reclutamento, della formazione che deve entrare nel rinnovo del contratto scaduto nel 2018 giustamente retribuita. Le risorse del Pnrr, gli investimenti contro la dispersione scolastica. E qui mi piace affermare che sono favorevole personalmente all’obbligo, o meglio al diritto, di scolarizzazione fino a 18 anni, anche con frequenza di corsi professionalizzanti. Un ragazzo di 16 anni non vota, non può avere la patente però può andare a lavorare. E col solo diploma di terza media in un mondo complesso come l’attuale: è assurdo. Vedremo novità e sì, sarà un anno importante.•. M.Bi.

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