il caso

Tremolada-Corazzina, la vicenda della messa contestata non è ancora finita

di Fabrizio Vertua
Il vescovo: «Il mio gesto dovuto. Ma la stima resta immutata». Il sacerdote sta pensando a un atto di riconciliazione
Don Fabio Corazzina durante la celebrazione in tenuta da ciclista a Mazara del Vallo in Sicilia: molte le reazioni
Don Fabio Corazzina durante la celebrazione in tenuta da ciclista a Mazara del Vallo in Sicilia: molte le reazioni
Don Fabio Corazzina durante la celebrazione in tenuta da ciclista a Mazara del Vallo in Sicilia: molte le reazioni
Don Fabio Corazzina durante la celebrazione in tenuta da ciclista a Mazara del Vallo in Sicilia: molte le reazioni

«Un gesto dovuto, anche se sofferto». Così il vescovo Pierantonio Tremolada è tornato a parlare della lettera inviata nei giorni scorsi a don Fabio Corazzina, parroco della chiesa di Santa Maria Nascente, nel quartiere di Fiumicello. Stavolta non lo ha fatto attraverso una lettera aperta, ma attraverso un contributo audio, aprendo l’annuale convegno del clero nel teatro Santa Giulia al Villaggio Prealpino, mercoledì mattina. Essendo ancora convalescente ma in fase di ripresa, come ha tenuto a rassicurare i suoi sacerdoti, Tremolada ha voluto accennare anche a quello che si è trasformato in un vero e proprio caso mediatico.

Lettera del vescovo a don Corazzina. Tremolada: "Dovevo, nulla toglie alla stima"

«Dovevo fare quell’intervento, per la grande eco pubblica del video su Facebook - ha riferito ai sacerdoti il vescovo di Brescia-. So che la mia lettera ha rattristato don Fabio, l'ho percepito quando l'ho chiamato. Ma tutto questo nulla toglie alla stima che nutro nei suoi confronti».

Eco mediatica che si è ingigantita in questi giorni anche a livello nazionale, con varie prese di posizione: dal sostegno morale manifestato a don Fabio dal Trio Medusa su Radio Deejay martedì mattina, all’ironia di Massimo Gramellini nel suo caffè quotidiano su Corriere della Sera, solo per citare un paio di esempi.

Il sondaggio di Bresciaoggi sulla messa in tenuta da ciclista

 

Anche il sondaggio lanciato sul sito del nostro quotidiano continua a vedere grande partecipazione: è praticamente raddoppiato il numero di risposte, con una percentuale di chi non vede nulla di male nella celebrazione della messa a Mazara del Vallo che si attesta oltre il 70 per cento. Statisticamente, si tratta del sondaggio più partecipato della storia del nostro quotidiano, un’ulteriore conferma che si tratta di una vicenda che ha colpito molto i bresciani e non solo.

Tante nel frattempo ancora le manifestazioni d’affetto e di solidarietà che don Fabio sta ricevendo in questi giorni, dalle lettere al vescovo inviate e pubblicate sui social all’organizzazione di una raccolta di firme,  passando per una massiccia partecipazione alle prossime messe che il parroco celebrerà a Fiumicello, per manifestargli tutta la vicinanza.

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Ma a fare mediaticamente la parte del leone sono ancora i social che, proprio per il meccanismo che regola il loro funzionamento, trasformano dei confronti in infinite faide fra quelle che finiscono per diventare vere e proprie fazioni di pro e contro l’uno o l’altro protagonista di una vicenda.

Un fenomeno tutt’altro che sconosciuto, considerato che Facebook e Twitter, per citare due fra i più famosi social, hanno cominciato a diffondersi in Italia nel 2007, dando ampia dimostrazione delle loro potenzialità. E, allora, sotto al post della messa pubblicato dal don, sotto ai post degli articoli riguardanti la vicenda e sui vari profili personali si scatena la bagarre.

Don Fabio Corazzina in silenzio stampa

Da noi contattato Don Fabio, intanto, prosegue nel proprio silenzio stampa, facendo solo sapere che sta «ragionando su un atto penitenziale e di riconciliazione, voluto e desiderato, che verrà espiato insieme a quelli del gruppo di «Per… corri la Pace», essendo la messa di Mazara del Vallo un’azione portata avanti come gruppo».  

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