Trenitalia va avanti,
pendolari costretti
ad accettare i diktat

di Mimmo Varone
Protesta del comitato pendolari davanti alla stazione di Brescia
Protesta del comitato pendolari davanti alla stazione di Brescia
Protesta del comitato pendolari davanti alla stazione di Brescia
Protesta del comitato pendolari davanti alla stazione di Brescia

Costretti a prendere o lasciare, i pendolari bresciani hanno dovuto prendere. E non ne sono affatto contenti. Per il mese di gennaio Trenitalia ha venduto oltre 700 abbonamenti ai Frecciarossa sulle tratte Brescia-Milano e Desenzano-Milano. Se si stima che non siano più di mille a muoversi ogni mattina verso la metropoli lombarda, quasi tutti hanno accettato le condizioni delle Ferrovie e oltre i due terzi hanno optato per l’«Integrato full» da 205 euro mensili dalla città e 220 dal Garda, che permette di utilizzare anche i servizi Tpl di Milano, Brescia e Desenzano. Inoltre, in soli 2 giorni, il 17 e 18 gennaio, sono stati rinnovati i primi 200 abbonamenti per febbraio. Fortuna che per abbattere i costi i pendolari possono contare sul contributo regionale della Dote trasporti.

Tuttavia, nonostante i prezzi salati i problemi restano, e l’Alta velocità aggiunge anche l’impiccio delle prenotazioni obbligatorie. Con un comunicato il Comitato «Sbiancalafreccia» denuncia «forti problematiche», che attribuisce al sistema informatico, ma teme pure che siano dovute a esaurimento dei posti per insufficiente capienza dei convogli. Trenitalia, però, fa sapere che il sistema informatico funziona benissimo, e che di posti ce ne sono più che a sufficienza. Pare che a creare difficoltà siano le prenotazioni con il cellulare.

Come che sia, se l’«Integrato full» non subisce variazioni di prezzo, lievita «Unico Rail», che esclude i servizi metropolitani e costa 160 al mese per Brescia-Milano e 187 per Desenzano-Milano, con possibilità di accedere a tutti i treni. A quei prezzi permetterà di viaggiare da lunedì a venerdì, ma «per chi necessita di un abbonamento che copra tutta la settimana – denuncia Sbiancalafreccia -, i costi diventeranno di 190 e 217 euro rispettivamente, e per avere lo stesso servizio ci sarà un aggravio economico». Altro allarme lo ha scatenato la voce secondo cui la sostituzione dei Frecciabianca con i Frecciarossa potrebbe essere anticipata al 30 gennaio rispetto al primo aprile. I pendolari temono che tra meno di una settimana possano cambiare colore i treni in partenza da Brescia alle 7.34 e da Milano alle 19.05 e alle 20.35, poiché una volta diventati «rossi» non sarebbero più accessibili con la CartaPlus. Ma anche su questo punto Trenitalia precisa che non ci sono variazioni rispetto al programma presentato in Regione. La sostituzione avverrà per step e si concluderà il primo aprile. Il che vuol dire che qualche Frecciabianca verrà sostituito prima e l’allarme dei pendolari non è così infondato.

A mettere insieme il tutto, i pendolari bresciani ritengono che l’unica soluzione per garantire il diritto alla mobilità di tutti sia un «sistema regionale cadenzato alla mezz’ora sulla tratta Verona- Brescia-Milano». Ribadiscono la necessità di una «completa rivisitazione del servizio regionale, anche in collaborazione con la Regione Veneto se necessario, per garantire che su questa linea vi siano treni veloci almeno con frequenza semioraria e a beneficio di tutta la vasta e popolosa area servita dalla linea». Inoltre, chiedono un ulteriore miglioramento degli standard di qualità dei mezzi e di sicurezza, anche con l’allestimento di carrozze di prima classe. Le prime novità arriveranno dal 30 gennaio, quando scatterà il potenziamento del sistema regionale con l’introduzione di una nuova corsa al mattino. Ma i pendolari, per aggirare la sostituzione dei Frecciabianca, vorrebbero pure un potenziamento nelle ore serali. «È impensabile che in orari di punta vi sia un treno regionale all’ora e non alla mezz’ora – dicono -. Abbiamo richiesto la messa in servizio dal 30 gennaio di altre due nuove corse, alle 18.50 e alle 19.50 da Milano».

L’INTRODUZIONE di questi tre nuovi treni sarebbe «fondamentale almeno fino al cambio orario di giugno, momento in cui Trenord, come anticipato nel corso delle ultime riunioni dei pendolari del Quadrante Est, dovrebbe avviare in modo definitivo un servizio regionale potenziato e cadenzato». Qualche novità positiva, però, potrebbe arrivare anche dall’accordo quadro siglato fra Hitachi Rail Italy e Trenitalia venerdì scorso. Prevede possibilità di fornitura fino a 300 treni «Rock» per un importo complessivo di circa 2,6 miliardi di euro. Fanno parte – spiega Trenitalia - della nuova fornitura da 450 nuovi convogli per il trasporto regionale, del valore complessivo di 4 miliardi di euro. In Lombardia non si vedranno, se Trenitalia non otterrà la governance di Trenord, ma qualcuno potrebbe sempre arrivare da Verona.

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