Uccide la moglie con dieci coltellate. E poi si costituisce

di Mario Pari
Giuseppina Di Luca in un’immagine tratta da Instagram
Giuseppina Di Luca in un’immagine tratta da Instagram
Giuseppina Di Luca in un’immagine tratta da Instagram
Giuseppina Di Luca in un’immagine tratta da Instagram

Le coltellate. Almeno una decina, per porre fine a un’esistenza che si era allontanata da lui. Al punto da arrivare a una separazione, e a un cambio di residenza. E proprio sulle scale di quella nuova e ultima residenza si è consumato, ieri mattina ad Agnosine, l’omicidio di Giuseppina Di Luca, 46 anni. Poco dopo, ai carabinieri di Sabbio Chiese, si è costituito Paolo Vecchia, il marito da cui la vittima si stava separando. Che lui non accettasse la separazione, che questo per lui fosse insostenibile, sembra emergere da alcuni sfoghi avuti con i colleghi. Ma nessuno era arrivato a immaginare che potesse finire in questo modo. Che in una mattina soleggiata, in un paesino circondato dai boschi e dalla bellezza di fine estate, una donna si ritrovasse in un lago di sangue pronunciando quelle che sarebbero state le sue ultime parole: «Mi hanno accoltellato». E Paolo Vecchia, da Sabbio Chiese ad Agnosine era arrivato per uccidere: aveva portato con sé un coltello a serramanico e un pugnale. È entrato in quel complesso dalla cui terrazza si abbracciano quel piccolo presepe che sono le case di Agnosine e dove allargando lo sguardo si arriva a Bione, alla vallata sottostante. Un panorama dove la bellezza ieri si è fatta stridente nel contrasto con la tragedia che si era consumata al piano terra. Per lei nessuna possibilità di fuga di fronte alla violenza dell’uomo da cui aveva avuto due figlie. Una era in casa, al secondo piano del complesso in cui con la madre si era trasferita dopo la separazione, circa un mese fa. L’altra era nell’abitazione da cui è partito il padre per quello che, sotto molti punti di vista sarebbe stato un viaggio senza ritorno. In realtà Paolo Vecchia, è tornato. È andato dai carabinieri dopo l’uxoricidio e in pochissime parole ha svelato la tragedia che si era appena consumata: «Ho ammazzato mia moglie, la trovate là». Ma in quel momento i carabinieri erano già stati allertati da chi aveva visto quel corpo martoriato, straziato, per terra. Ad Agnosine sono arrivate ambulanza e eliambulanza, ma non c’è stato nulla da fare. Giuseppina Di Luca è andata ad aggiungersi al lungo elenco di vittime di femminicidio. Paolo Vecchia è stato interrogato in caserma dai carabinieri, alla presenza del legale di fiducia, l’avvocato Roberto Lancellotti e si è avvalso della facoltà di non rispondere. «Era sconvolto - ha spiegato il legale - piangeva, sembrava un ebete. Quando sarà in condizioni migliori, cercherò di capire tutto meglio nel corso di un colloquio in carcere». E che avesse uno sguardo lontano, assente, l’aveva colto anche chi l’aveva incrociato nella mattinata, prima che la tragedia si compisse. «Mi ha detto “buongiorno” - riferisce un condomino che stava andando a gettare la spazzatura - ma è stato un buongiorno pronunciato in modo orribile». Nello stesso modo in cui deve aver vissuto Paolo Vecchia negli ultimi giorni, a un collega avrebbe confidato: «Non vado al lavoro perché devo uccidere la moglie e costituirmi». A quanto si è appreso gli amici, di fronte a queste frasi, avrebbero cercato di non lasciarlo solo. La cosa certa è intanto che non c’è stata alcuna denuncia. Evidentemente tutti devono avere ritenuto che si trattasse di uno sfogo, di un momento di rabbia. Alle otto meno dieci di ieri mattina, poco prima che Giuseppina Di Luca andasse al lavoro un coltello a serramanico e un pugnale hanno trasformato un pesantissimo sfogo tra colleghi in una realtà senza scampo.•.

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