Un caso a Pontevico poi è cambiato tutto nell’anno più tragico

Per gli operatori sanitari bresciani sono stati i dodici mesi più impegnativi di sempre
Per gli operatori sanitari bresciani sono stati i dodici mesi più impegnativi di sempre
Per gli operatori sanitari bresciani sono stati i dodici mesi più impegnativi di sempre
Per gli operatori sanitari bresciani sono stati i dodici mesi più impegnativi di sempre

•• Dodici mesi e siamo al punto di prima. Dodici mesi fa all’ospedale di Manerbio venne diagnosticato il virus sul primo paziente bresciano, un 51enne di Pontevico. Altri cinque giorni e ci fu il primo morto bresciano, un anziano di Cigole. Altri 360 giorni e Brescia è ancora nell’occhio del ciclone: un anno nel quale mai i contagi quotidiani sono stati a zero, nemmeno nei mesi estivi durante i quali un periodo di relativa tregua aveva fatto presumere come la situazione fosse in via di risoluzione. E invece... In mezzo, nel mare costantemente in tempesta, loro: medici, infermieri e operatori sanitari ai quali è toccato il compito di combattere in prima linea un nemico che per diverso tempo è rimasto sconosciuto in diversi aspetti, e ancora parzialmente lo è, anche se adesso il vaccino si sta rivelando una potente arma a disposizione. E nonostante il prodigarsi estremo, tutti gli uomini e le donne impegnati sul campo non hanno potuto far nulla per evitare le migliaia di morti che si sono susseguite: ben duemila l’anno scorso soltanto nel primo mese e mezzo in cui esplose la pandemia in tutta la sua violenza, dall’inizio di marzo fino a Pasqua. E ancora, adesso, i contagi che non calano, la sensazione di sentirsi a volte abbandonati, la fatica e lo stress ai quali sono sottoposti da mesi. I numeri ufficiali del Covid in provincia di Brescia sono qui a dire che la nostra provincia ora merita l’arancione striato di rosso; ma ci sarebbero anche numeri non ufficiali che non si conosceranno mai ma che, ripensando alla prima ondata, quando ancora non c’erano tutti questi tamponi e si interveniva come si poteva, con tutta probabilità disegnerebbero un quadro veramente allucinante. I nostri operatori intanto non mollano, sanno che non possono, e ci esortano alla responsabilità, che non dovrebbe mancare mai e che nei prossimi giorni non deve mancare mai. Oggi comincia il «secondo anno Covid», e un anno fa nessuno sarebbe nemmeno stato sfiorato dal pensiero di una cosa del genere. Quanto servirà ora per venirne fuori?•.

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