Incidente in via San Zeno, parla l'investitore: «Una fatalità: non ero drogato al volante»

di Paolo Cittadini
L'automobilista 27enne ha scritto una lettera alla famiglia della 16enne travolta mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali. La ragazzina è ancora ricoverata in ospedale in condizioni gravi, seppure stabili
La ragazza  era stata investita intorno alle 14, dopo essere uscita da scuola, mentre attraversava via San Zeno camminando sulle strisce pedonaliI segni  dell’impatto ben visibili sulla carrozzeria del furgone
La ragazza era stata investita intorno alle 14, dopo essere uscita da scuola, mentre attraversava via San Zeno camminando sulle strisce pedonaliI segni dell’impatto ben visibili sulla carrozzeria del furgone
La ragazza  era stata investita intorno alle 14, dopo essere uscita da scuola, mentre attraversava via San Zeno camminando sulle strisce pedonaliI segni  dell’impatto ben visibili sulla carrozzeria del furgone
La ragazza era stata investita intorno alle 14, dopo essere uscita da scuola, mentre attraversava via San Zeno camminando sulle strisce pedonaliI segni dell’impatto ben visibili sulla carrozzeria del furgone

«Scrivo di mio pugno la presente per comunicarvi il mio dolore per l’accaduto e per porgere le mie più sentite scuse per quello che è successo». Inizia così la lettera che il 27enne bresciano responsabile dell’investimento dello scorso 1 giugno di una 16enne ha voluto inviare alla famiglia della ragazza ancora ricoverata (le condizioni seppur gravi restano stabili) in ospedale. In due pagine scritte in stampatello maiuscolo il ragazzo, denunciato per lesioni stradali, cerca di spiegare ai familiari della ragazza la propria versione dei fatti. «È stata una fatalità- scrive il 27enne - Né io, né mio padre ci siamo accorti della ragazza che stava attraversando. Un veicolo davanti a noi ha improvvisamente fatto una manovra e non ho potuto evitare l’investimento». Subito dopo l’incidente il 27enne era stato sottoposto al narcotest risultando positivo, di poco, alla cannabis. Il ragazzo agli investigatori aveva raccontato di avere fumato uno spinello qualche settimana prima. Nei prossimi giorni, così spiegano i suoi legali (gli avvocati Stefano Pedersini e Francesca Ghidorsi), verrà sottoposto all’esame del capello per dimostrare questo aspetto. «Quel giorno non mi sono messo alla guida ubriaco», scrive il 27enne nelle due pagine spedite nelle scorse ore ai familiari della ragazza. La preoccupazione maggiore del giovane è soprattutto per le condizioni della ragazza rimasta vittima del gravissimo incidente. «Prego perché si riprenda - ammette - Vi chiedo di poter sapere delle condizioni di salute della vittima. Sono davvero dispiaciuto per quello che è successo e voglio ribadire le mie scuse più sincere».

Secondo quanto ricostruito fino ad ora dalla polizia Locale di Brescia la 16enne, dopo la mattinata trascorsa a scuola, stava attraversando sulle strisce pedonali quando all’improvviso si è trovata davanti il furgone guidato dal ragazzo venendo travolta. L’impatto l’avrebbe proiettata a diversi metri di distanza dal luogo esatto dello scontro. «Il gps dimostra che il furgone stava viaggiando a 30 all’ora - spiegano gli avvocati del 27enne - La segnaletica verticale in quel punto di via San Zeno copre un po’ la visuale e poi c’è stato un veicolo che all’improvviso ha fatto una manovra, passando da una carreggiata all’altra, che ha fatto scomparire la ragazza dalla visuale del conducente del furgone. Se la velocità fosse state superiore a quella ricostruita attraverso il navigatore il furgone sarebbe finito addosso al mezzo che ha fatto la manovra. Il pensiero del ragazzo, però, in questo momento è solo rivolto alle condizioni di salute della giovane investita».•.

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