«Uno shock per tutti: stangata insostenibile»

di Marta Giansanti
Bortolo AgliardiCarlo MassolettiBarbara QuaresminiEugenio Massetti
Bortolo AgliardiCarlo MassolettiBarbara QuaresminiEugenio Massetti
Bortolo AgliardiCarlo MassolettiBarbara QuaresminiEugenio Massetti
Bortolo AgliardiCarlo MassolettiBarbara QuaresminiEugenio Massetti

«La tempesta che si è abbattuta sulle nostre imprese rischia di trasformarsi in un vero e proprio dramma»: è il grido d'allarme lanciato dalle associazioni di categoria del territorio che guardano con profonda preoccupazione al «folle aumento dei costi energetici. Una guerra assurda dettata dai Paesi che ne detengono il potere e che usano l'energia come arma di ricatto politico». Invocano interventi immediati e incisivi da parte dello Stato: moratorie sul credito, rinnovo degli ammortizzatori sociali e tagli alle bollette, «per la tutela di migliaia di realtà ancora deboli e nuovamente in pericolo». Piccole e medie aziende particolarmente energivore tra cui alberghi, pubblici esercizi, forni, pasticcerie. Ma anche attività di altri settori, già duramente segnate dalle restrizioni ant-Covid e ora costrette ad affrontare una nuova emergenza. «Un danno enorme in termini di redditività e di competitività - commenta Bortolo Agliardi presidente dell’Associazione Artigiani di Brescia -: sappiamo di imprese che pagavano 3mila euro di bollette al mese ed ora sono arrivate a dover sborsare anche 13mila euro. Non tutte riusciranno a sostenere queste spese a lungo che si andranno a sommare all’aumento delle utenze domestiche. Si deve far qualcosa prima che diventi un problema sociale». Secondo il Codacons ogni famiglia dovrà far fronte a rincari annuali fino a 1200 euro, con inevitabili ripercussioni sui consumi: «La preoccupazione è tanta, dettata da una sovrapposizione di tre problematiche che rendono la situazione ancora più complessa del previsto - ammette Barbara Quaresmini, leader Confesercenti della Lombardia Orientale -: la recrudescenza della pandemia, l’inflazione in crescita e il caro-energia. Elementi che incidono sulla capacità di acquisto dei cittadini e, quindi, sulle entrate delle imprese». Fattori che, secondo le previsioni di Confesercenti, porteranno a 6,4 miliardi di euro in meno solo nel primo trimestre, un miliardo dei quali relativo proprio alla lievitazione delle bollette. La conseguenza potrebbe essere un aumento dei prezzi finali di servizi e prodotti. Ma non è la norma: «Siamo artigiani e non abbiamo una forza contrattuale tale da poter aumentare i prezzi ai clienti, perché il rischio che si corre è di perdere lavoro e commesse», spiega Eugenio Massetti, a capo di Confartigianato Brescia e Lombardia. Molto dipenderà da quanto il costo dell'energia incide sulla produzione, con rincari comunque minimi rispetto all’impennata delle spese. «La politica deve agire se non vuole vedere saltare un’azienda dietro l’altra - è la prospettiva annunciata da Carlo Massoletti, presidente di Confcommercio Brescia -. In passato ci sono stati momenti di forte crisi e di contrazione dei consumi ma mai in questi termini. La stangata sulle bollette è uno shock che si abbatterà sull’intero sistema economico ma è solo una delle complicazioni a cui si aggiungono l’aumento dei costi del trasporto, vitali per il settore della distribuzione, le moratorie creditizie e fiscali venute meno e il rimborso dei prestiti ottenuti due anni fa all’inizio dell’emergenza sanitaria. Purtroppo nessuno è immune e anche il terziario subirà il contraccolpo». «A questo punto risulta davvero importante - specifica ancora Carlo Massoletti - che nella messa a punto delle misure destinate a porre un freno alla corsa dei costi dell’energia si intervenga a sostegno dell’intera filiera, dalla produzione alla distribuzione commerciale, al settore ricettivo e a tutti i comparti per i quali la spesa energetica è di fatto incomprimibile. Altrimenti le conseguenze saranno pesantissime». •. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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