Valsabbia, l’odissea dei ragazzi: tre ore per ritornare a casa

I ragazzi «portavoce» della protesta sui disagi nei trasporti
I ragazzi «portavoce» della protesta sui disagi nei trasporti
I ragazzi «portavoce» della protesta sui disagi nei trasporti
I ragazzi «portavoce» della protesta sui disagi nei trasporti

Trasporti scolastici, un flop deludente, almeno secondo l’opinione di chi paga il biglietto (o l’abbonamento) e per questo vorrebbe avere un servizio puntuale e garantito. Ad arrabbiarsi sono in tre, portavoce di un malumore che è del mondo degli studenti, i più colpiti dal disagio nei trasporti. Sono Mattia Tabarelli di Agnosine, Pietro Pelizzari di Vobarno e Andrea Flocchini di Vestone, 3 studenti della classe 4^ di Afm, che un tempo era la Ragioneria: «Mercoledì, al momento di uscire da scuola alle 14 dopo 6 ore tirate pensavamo di prendere l’autobus della Sia per essere a casa in un tempo dignitoso: eravamo stanchi e affamati e poi, prima ancora di riposarci, c’era lo studio». Ma grossa è la delusione di molti che, nel piazzale del «Perlasca» di Idro non trovano la corriera per Bione che li doveva raccogliere. Che fare? «Abbiamo aspettato 45 minuti prima che arrivasse la corriera successiva, la “Bagolino”, che per cortesia ci ha portato giù alla Pieve di Idro dove poi, mentre lei doveva risalire verso Anfo e Caffaro e noi invece andavamo tutti in senso contrario, verso Vestone, saremmo saliti su una delle corriere che scendeva la valle». Ma la corriera verso Vestone passava solo alle 15.30. E se qualcuno ha atteso con pazienza mista a rabbia di poter salire (per i più, serviva un’altra corriera per raggiungere Barghe ed i Comuni successivi come la Conca d’Oro, Sabbio e Vobarno), la maggior parte dei ragazzi, dalla Pieve di Idro, ha chiamato casa e si è fatto venire a prendere dai famigliari. Qualcuno ne ha chiesto un passaggio all’amico od al compagno. Così, dalle 14, i più fortunati sono riusciti ad arrivare a casa 2 ore dopo, stanchi, affamati ed arrabbiati. Per gli altri invece, ancora una o 2 ore di rabbia e sofferenza: «L’anno scorso hanno tolto la “Salò” per chi esce all’una, ora non c’è più la “Bione”. Noi invece vorremmo che i pullman fossero garantiti, che non ci tocchi più rimaner per strada costretti a farci venire a prendere. Anche perché noi, o meglio, i nostri genitori, pagano regolarmente per permetterci di viaggiare in corriera. Ma se quella poi non passa… Di certo - concludono i 3 ragazzi - a noi non è passata certo la rabbia per esser stati presi in giro». M.Pas.

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