L’emergenza covid 19 che ha imposto all’Asst Franciacorta di riservare per settimane ai contagiati quasi tutti i posti letto per terapia intensiva e subintensiva dell’ospedale Mellini di Chiari ha spinto lo sviluppo della sperimentazione della telemedicina per garantire visite e terapie tanto per le Rsa che per pazienti non autonomi nelle proprie abitazioni. L’acquisto di un sistema radiografico portatile è stata la premessa per lo sviluppo degli ambulatori del presidio di Chiari, separato dall’ospedale, gestito dalla direzione sociosanitaria. Il presidio, in piazzale Mazzini, collegato con Ats e medici di base, ha creato le condizioni per lo sviluppo della telemedicina che sfrutta le potenzialità dell’informatica per superare i problemi della distanza. L’Asst, che aveva da poco riqualificato il proprio sistema informatico per potenziare i collegamenti tra i presidi, ha inventato una «Dad sanitaria» per seguire a domicilio sia i contagiati che i ‘guariti’ in convalescenza, e quanti avevano problemi di salute diversi, ma non potevano muoversi ne presentarsi agli ambulatori dell’ospedale. L’Asst ha messo i medici in condizione di interagire con il paziente, di vederlo, di effettuare diagnosi e di prescrivere cure e farmaci. La gestione di dati riservati ha richiesto una piattaforma sicura per garantire la privacy, di ogni passaggio: dalla prenotazione al pagamento del ticket. L’Asst ha formato medici e infermieri e i pazienti hanno dovuto dotarsi di tablet o pc. L’Ambulatorio Infermieristico Territoriale, Neuropsichiatria Infantile e dell’Adolescenza sono stati i primi a sperimentare. Alessandra Ramera, responsabile dell’Ait ha dichiarato: «Da ottobre 2020 ad oggi abbiamo effettuato 526 prestazioni in teleassistenza». Michele Tagliasacchi, Responsabile della Npia: «Lo strumento garantisce sicurezza sotto il profilo della privacy». Andrea Tinnirello, responsabile dell’Ambulatorio del dolore, ha spiegato: «Con la televisita è stato possibile confrontarsi con i colleghi della Rsa su opportunità terapeutiche e gestione farmacologica senza far muovere un paziente estremamente fragile. Pensiamo di utilizzare questa modalità per controlli di pazienti con dolore cronico che richiedono aggiustamenti dei dosaggi farmacologici e la valutazione dell'efficacia di altre procedure». Giuseppe Solazzi, direttore sociosanitario dell’Asst ha commentato: «Inizia un nuovo capitolo dell’assistenza sanitaria, orientata sempre più a curare le persone nel proprio ambiente, limitando il ricovero in ospedale alle vere acuzie: i pazienti ne beneficeranno prima e meglio. Si sta replicando la rivoluzione di anni, quando le vecchie e, per alcuni, “care” lastre radiologiche furono digitalizzate». E in questi giorni è partito anche il progetto per la cardiologia, unico reparto con il pronto soccorso che ha sempre operato durante la pandemia. •.