«Zona rossa» al Tar E in Regione arriva la proposta Del Bono

di Giuseppe Spatola
Il  Governatore Attilio Fontana in aula ha confermato il ricorso al Tar
Il Governatore Attilio Fontana in aula ha confermato il ricorso al Tar
Il  Governatore Attilio Fontana in aula ha confermato il ricorso al Tar
Il Governatore Attilio Fontana in aula ha confermato il ricorso al Tar

La Lombardia non si rassegna alla zona rossa e ieri, come annunciato, ha depositato il ricorso contro il provvedimento al Tar del Lazio. L'intenzione era stata annunciata nei giorni scorsi dal governatore, Attilio Fontana, ma la Regione ha aspettato fino a ieri mattina cercando di convincere il Governo a tornare sui suoi passi. «Nel caso in cui il governo dovesse darci una risposta saremmo pronti anche a cambiare idea sul ricorso», aveva detto Fontana. La risposta, però, da Roma non è arrivata e la Lombardia è andata dritta per la strada del ricorso. Il ricorso al Tar è stato annunciato ieri mattina dal Governatore nell'aula del Consiglio regionale: «Ritengo che l'assegnazione della zona rossa sia fortemente, e ingiustamente, penalizzante per la nostra regione - ha rimarcato Fontana -. Come anticipato nei giorni scorsi abbiamo perciò presentato ricorso al Tar contro la decisione del Governo». In particolare, la Lombardia contesta i criteri per l'assegnazione dei «colori» delle varie regioni e il fatto che ci si basi su dati vecchi: «Si impugna il dpcm del 14 gennaio nella parte che riguarda i criteri per la classificazione delle zone perché si fa riferimento a scenari e rischi e non all'incidenza - ha spiegato in aula il presidente -. L'Rt è un parametro strutturalmente in ritardo: nel caso specifico, infatti, l'Rt si riferisce alla settimana dal 23 al 30 dicembre, mentre l'incidenza è un parametro molto più aggiornato e aderente alla realtà. Quindi crediamo che il Governo debba dare maggior peso al parametro dell'incidenza». Per la Regione, che in questo ha al suo fianco la categoria degli esercenti, la zona rossa (che è operativa da domenica 17 gennaio) può rappresentare il colpo di grazia finale per l'economia lombarda: «Il rischio per questa regione è di fermarsi e di fermare il lavoro e le attività, la vita sociale e quindi per questo motivo con il presidente Fontana abbiamo ritenuto di presentare il ricorso per uscire dalla zona rossa perché la Lombardia non la merita», ha detto l'assessore al Welfare, Letizia Moratti. «Il ricorso della Regione Lombardia contro il provvedimento del governo è stato presentato in difesa di tutto il territorio regionale - ha spiegato l’assessore all’Agricoltura, il bresciano Fabio Rolfi -. Vogliamo tutelare la salute e il lavoro dei lombardi, evitando distinzioni e suddivisioni subregionali che porterebbero solo a una frammentazione controproducente del sistema sanitario regionale, con complicazioni anche in materia di mobilità sanitaria». DALLE OPPOSIZIONI in Regione non sono mancate però le polemiche. Per il consigliere del Pd, Gianantonio Girelli, «siamo purtroppo di fronte a una vera e totale schizofrenia decisionale. Si prendono iniziative sulla pelle dei cittadini in base agli umori e non ai criteri scientifici». «Il vero problema lombardo - ha affondato il colpo Girelli -, oltre a quella mancanza di trasparenza sui dati e all'assenza di autorevolezza e serietà, è la sordità nei confronti delle richieste dei sindaci, coinvolti in prima linea nella lotta al Covid-19. Fontana smetta dunque le polemiche sterili, fornendo i dati e accogliendo, per esempio, la proposta del sindaco di Brescia Emilio Del Bono sull'istituzione di zone sub-regionali per agire tempestivamente in caso di rialzo dei contagi». Stessa linea anche per il presidente della Provincia di Brescia, Samuele Alghisi, che è voluto intervenire in merito alle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria: «È necessario pensare come ben sottolineato anche dal sindaco Del Bono a un’organizzazione diversa del territorio regionale, che crei, come già più volte ribadito, zone sub regionali, che consentano una gestione provinciale dei dati, fino ad ora di difficile interpretazione, ben comprendendo la necessità di mantenere integro il sistema sanitario regionale, ma con l’esigenza di avere criteri che consentano deroghe alle regole generali. Da tempo - ha dichiarato Alghisi – ho suggerito a Regione Lombardia di dividere il territorio in zone sub regionali. Ricordo anche che oltre 100 sindaci bresciani hanno firmato un documento in cui chiedevano la valutazione del territorio in modo oggettivo e con dati concreti e oggettivi». Il presidente Alghisi, raccogliendo le istanze del territorio, mette i sindaci al centro della discussione. Un modo per dare forza al dibattito e mandare un segnale a Milano. • Giuseppe.spatola@bresciaoggi.it

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