Black Friday,
città in svendita.
Un affare soltanto per l’online
Come cambiano le cose in poco tempo. Esattamente un anno fa il cuore della città era invaso di cittadini a passeggio, alla spasmodica ricerca dell’affare. Boutique illuminate colme di merce in promozione per il Black Friday, negli anni trasformato in una «Black week». Ma sono ricordi lontani, il Covid-19 ha spazzato via tutto: serrande abbassate, luci spente e un movimento di persone quasi irrilevante. Poche le attività che possono godere del «via libera» del Governo e nel frattempo si allunga la scia di chi ha deciso di uscire definitivamente di scena: non è raro «incappare» in un negozio con le serrande abbassate. CHI RESISTE, tra le mille difficoltà, ha saputo sfoggiare la potente arma della resilienza, dotandosi di uno store online. Perché è proprio sulla rete che ormai in molti hanno deciso di fare compere. Un’opzione, forse, non così sbagliata in questo particolare momento storico, ne è convinta Francesca Modini. «La prudenza non è mai troppa. Aprire tutto presuppone la formazione di possibili mini-assembramenti e di contatti più ravvicinati tra persone, inoltre i clienti toccano la merce esposta con il pericolo di contagio. Per ora è meglio andare avanti così, prediligendo ovviamente i siti delle attività che sono a Brescia, per aiutarli a superare le difficoltà attuali», spiega. Parere pienamente condiviso da Paolo Ronchi convinto di «un’espansione ormai inarrestabile dell’e-commerce a cui non ci si può sottrarre del tutto. Forse - aggiunge - resisterà più a lungo l’abbigliamento: il locale fisico è fondamentale per provare il capo. Ma per casalinghi, oggettistica e soprattutto per l’elettronica, conviene internet anche per una questione di prezzi, molto più accattivanti. La pandemia ha solamente accelerato un processo di evoluzione del commercio già molto presente all’estero e a cui l’Italia non era abituata». Impossibile tornare indietro: parola di Michelangelo Flora, del negozio di calzature Borghini di via Mazzini. «La strada intrapresa ci porta ormai a prediligere la vendita e l'acquisto sul web, aldilà del Covid. Sono convinto che non possa esistere l’online senza il negozio fisico ma allo stesso tempo l’online si rivelerà fondamentale per la sopravvivenza delle attività - sottolinea Michelangelo -. Noi siamo aperti per la vendita delle scarpe da bimbo ma il risultato non è quello che ci aspettavamo mentre abbiamo un buon riscontro sull’e-commerce». DOPOTUTTO non si potrebbe uscire se non per comprovati motivi e se l'acquisto si può fare comodamente sul divano di casa e con un click sullo smartphone, perché non farlo. «Ormai si può comprare qualsiasi cosa su internet e molte attività, forti dell’esperienza della prima ondata e del primo lockdown, si sono organizzate con le proprie «vetrine» sul web. Sicuramente non basterà e molti soffriranno di queste chiusure», aggiunge Angelica Manno. Per questo sarebbe indispensabile un maggiore controllo sul mondo virtuale o meglio «trovare il giusto equilibrio tra i due commerci», sostiene Pietro Lilloni. Per il bene del Paese. «Vedere la città così vuota è un colpo al cuore - ammette Sara Falsetti di Soks -. Poca gente in giro, entra solo chi vuole davvero comprare e troppi locali sfitti. Il nostro store online va bene ma io non vedo l’ora di tornare alla normalità». •
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