Perquisizioni dopo
l’omicidio, armi e
un arresto
Arrivano nuovi i sviluppi bresciani dalle indagini sull’omicidio di Donato Carbone, ucciso con otto colpi esplosi da due armi diverse a Cernusco sul Naviglio (Mi), il 16 ottobre scorso. Un’altra persona è finita in manette: è un quarantenne residente a Roncadelle, in contatto con le due persone arrestate per il delitto, e finito nei guai per detenzione illegale di armi. Non risulta quindi coinvolto nel delitto, ma è stata una delle sei persone che sono state oggetto di perquisizione. E il ritrovamento delle armi, in base a quanto appreso, avrebbe portato al provvedimento eseguito nei suoi confronti.
OGGI DOVREBBERO tenersi, in carcere a Milano, gli interrogatori di garanzia dei due arrestati in esecuzione di un’ordinanza firmata dal gip del tribunale milanese su richiesta degli inquirenti. Il quarantenne fermato a Roncadelle per le armi sarebbe stato presente in un bar a Cologno Monzese (Mi), la sera del delitto, con Leonardo la Grassa, considerato il mandante dell’omicidio, e Edoardo Sabbatino, di origini palermitane ma domiciliato a Manerbio, sulla base della ricostruzione accusatoria e del gip l’esecutore materiale del delitto. Nelle immediate vicinanze è stata ritrovata l’Opel Corsa risultata rubata nel Bresciano, che Edoardo Sabbatino avrebbe usato per raggiungere l’abitazione della vittima. L’impossibilità di lasciare l’abitazione, perchè il cancello si stava chiudendo, ha costretto Sabbatino a intimare a una residente di aprirlo. La donna non ha avuto scelta e lo ha fatto, ma ha memorizzato, in modo quasi esatto e fondamentale per le indagini, la targa della Opel. Sin dalle ore successive si è potuto procedere al controllo delle telecamere di varchi ed esercizi commerciali. La vettura è stata ritrovata a Cologno Monzese. Le armi rinvenute a Roncadelle non sono quelle utilizzate per il delitto, considerato che sono già state trovate il 18 ottobre: due pistole semiautomatiche, con silenziatore e diverse munizioni, nel letto del Naviglio Martesana, in territorio del comune di Vimodrone (Mi). Ora quindi la possibilità per La Grassa e Sabbatino, di fornire, al gip, la loro versione dei fatti.
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