Dopo il «sì» al depuratore la Provincia è sotto assedio

di Cinzia Reboni
Il  Consiglio provinciale ha bocciato la mozione anti-depuratore
Il Consiglio provinciale ha bocciato la mozione anti-depuratore
Il  Consiglio provinciale ha bocciato la mozione anti-depuratore
Il Consiglio provinciale ha bocciato la mozione anti-depuratore

Sempre più isolata, sempre più lontana dal territorio, sempre più nel mirino delle critiche. La Provincia paga un dazio pesante alla bocciatura della mozione per rivedere lo studio sul depuratore del Garda, che di fatto ha avallato la contestata scelta di realizzare l’impianto a Gavardo. La maggioranza di centrosinistra ha rischiato di andare sotto durante la votazione del documento presentato dal consigliere Marco Apostoli che chiedeva di rifare lo studio sul mega collettore. L’ESECUTIVO GUIDATO dal presidente Samuele Alghisi si è salvato solo per l’assenza del consigliere di minoranza Nicoletta Benedetti, che nei giorni scorsi ha dato alla luce una coppia di gemelle. L’ordine di scuderia di Alghisi di votare contro la mozione non è stato metabolizzato da tutti, al punto che nell’esecutivo qualche consigliere di centrosinistra medita le dimissioni. Apostoli, decisivo per assicurare la governabilità del Broletto, ha affermato di «non avere più obblighi nei confronti della Giunta». Ma queste sono state solo le avvisaglie della tempesta che si è scatenata sulla Provincia. Ad aprire il fuoco incrociato, quello amico del segretario provinciale del Pd. «Il partito ha perso un’occasione di ascoltare i cittadini», ha affermato Michele Zanardi. Critiche sulla Provincia sono piovute anche dal segretario provinciale della Lega Alberto Bertagna. «Il voto in Provincia ha dimostrato che il centrodestra, pur dando la massima priorità alla depurazione del Garda, privilegia il percorso di condivisione con i territori». Più radicale l’affondo di Floriano Massardi, vice capogruppo della Lega al Pirellone. «I cittadini della Valsabbia tengano conto dell’atteggiamento sprezzante del centrosinistra - osserva Massardi -. Vorrei esortare i sindaci ad andare avanti con la proposta di un nuovo studio di fattibilità alternativo, che sia indipendente e metta in luce la realtà di una situazione che appare nettamente poco chiara. Se anche in quel caso l’opzione Gavardo si rivelerà la migliore, allora ne prenderemo atto. Ma fino ad allora ci riserviamo di avere fortissimi dubbi nel merito». L’atto d’accusa più pesante arriva dal sindaco di Gavardo. «Sono disilluso da un pezzo dai partiti, ma nell’aula del Broletto credo di averle viste tutte - afferma Davide Comaglio -: consiglieri di destra che votano una mozione di un consigliere molto a sinistra, che a sua volta non prende un voto dai consiglieri di centrosinistra. Mondo strano questo, dove i circoli del Pd valsabbini e di Salò scrivono e manifestano contro il megadepuratore a Gavardo e i loro rappresentanti in Provincia invece votano a favore. I partiti di centrodestra sul lago sono a favore del depuratore in Valsabbia e i loro consigliere in Provincia votano contro». Comaglio si dice «molto arrabbiato. Ci sono persone che decidono del futuro delle nostre comunità lungo il Chiese, senza guardarti neanche negli occhi, perchè non si ha il coraggio di far fare uno studio libero da decisioni preconfezionate. Sapevamo che la guerra sarebbe stata lunga e difficile, e il voto in Broletto non cambia di un millimetro la nostra determinazione... siamo solo all’inizio». Gavardo ha già deliberato l’incarico per uno studio dei parametri, «a nostro avviso non corretti, del progetto attuale che useremo in tutte le sedi con gli altri sindaci dell’asta del Chiese». •

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