Acqua dell’Adige riversata nel Garda: «Vicenda surreale»

di L.SCA.
L’apertura dello «scolmatore»
L’apertura dello «scolmatore»
L’apertura dello «scolmatore»
L’apertura dello «scolmatore»

Circa 17 milioni di metri cubi di acqua «sporca» del fiume Adige riversati nel Garda dallo scolmatore Mori-Torbole: è successo in ottobre per evitare alla città di Verona una rovinosa alluvione. Ora arriva il «grazie». Una pergamena del sindaco di Verona Federico Sboarina è stata consegnata come ringraziamento al lago di Garda e ai suoi abitanti «per aver salvato la città dalla piena dell’Adige del 29 e 30 ottobre scorso grazie all’apertura dello scolmatore Adige-Garda». «Come è scritto nella pergamena - ha commentato Pierlucio Ceresa, segretario generale della Comunità del Garda - le genti del Garda hanno ritenuto che questo sacrificio fosse necessario per la nobile causa. Fortunatamente dalle analisi Arpav e dai campionamenti a nord del lago effettuati con la Fondazione Edmund Mach, non risultano significative alterazioni della qualità delle acque». Tutto bene? Non proprio, Rimane in ogni caso d’attualità l’ormai annosa questione della gestione dello scolmatore in carico ai trentini. Una «ferita» riaperta anche la scorsa settimana quando, senza preavviso, è stato deciso di riaprire per ben quattro giorni la galleria per manutenzione, scaricando nel lago 50 metri cubi al secondo di acqua del fiume. «È SURREALE che la Comunità del Garda e Aipo non vengano mai interpellate in occasione dell’apertura dello scolmatore - rincara la dose Ceresa -: al netto dei quattro giorni, secondo noi eccessivi, riteniamo corretto essere informati e non venire a saperlo dai social o da qualche pescatore o velista in navigazione nei paraggi». •

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