Sirmione dice addio alle reti da anguille, ormai sono «rifiuti speciali»

di Valentino Rodolfi
Disposta dalla Regione Lombardia per motivi ambientali, su istanza del Wwf, la rimozione di tutte le «roste» ancora presenti. Con il divieto di pesca sono inutili e rilasciano nel lago microplastiche
Le reti da anguilla  inutilizzabili ormai da 12 anni sono un «rifiuto speciale»
Le reti da anguilla inutilizzabili ormai da 12 anni sono un «rifiuto speciale»
Le reti da anguilla  inutilizzabili ormai da 12 anni sono un «rifiuto speciale»
Le reti da anguilla inutilizzabili ormai da 12 anni sono un «rifiuto speciale»

Via tutte le «roste», le postazioni fisse per la pesca dell’anguilla, attività vietata sul Garda ormai da 12 anni consecutivi, di divieto in divieto reiterato ogni anno per la famosa contaminazione da Pcb, ma che ha lasciato sul lago un’eredità ormai ingombrante, oltre che inutile. Disposta dalla Regione su istanza del Wwf, la rimozione di tutte le ultime «roste» dalle acque di Sirmione dovrà essere effettuata dagli stessi pescatori professionisti che le avevano installate e poi lasciate sul posto, nella speranza poi risultata vana che la pesca delle anguille tornasse ad essere permessa dopo il primo stop del 2011.

Nel caso di pescatori non più in attività, sarà il Comune di Sirmione a dover provvedere. Ma perché eliminarle? In fondo è da secoli che fanno parte del «panorama» lacustre, testimonianza di antichi saperi materiali, di un’arte della pesca che si sta ormai perdendo per mancanza di pesci pescabili. Il punto è che di antico le «roste» hanno ben poco: le reti di nylon e i loro sostegni rilasciano nelle acque del lago plastiche, ferro e piombo, oltre a essere trappole mortali per uccelli e altri pesci.

Questa è la posizione del Wwf Brescia-Bergamo: «Sono un rifiuto pericoloso per l'ambiente e non solo, devono essere rimosse al più presto. È inutile lottare contro l'inquinamento da microplastiche - spiega il referente Paolo Zanollo - quando lasciamo a marcire chilometri di reti oramai classificate come rifiuto in molte zone del lago. Abbiamo controllato metro per metro tutte quelle esistenti nel basso lago soprattutto Sirmione e risultano tutte in stato di abbandono e inutilizzabili, pericolose in acqua e anche dentro i Canneti. Creano trappole per i grandi pesci e per l'avifauna grosse carpe, gabbiani e altri uccelli acquatici morti impigliati, questi rimangono intrappolati fino alla morte. Uccelli acquatici si trovano spesso intrappolati a morte anche sui pali di legno a cui sono fissate le reti».

Una decisione drastica, ma puntuale, che aveva avuto come premessa un incontro in Regione con associazioni ambientalisti, funzionari della Provincia e regionali, rappresentanti dei pescatori. Si era convenuto dell’inutilità, oltre che sugli inutili danni, di mantenere sul lago strutture ormai inutilizzabili e in progressivo degrado. Anche perchè nel frattempo sono state individuate altre emergenza: «Nelle acque del lago di Garda è aumentata la concentrazione media di microparticelle di plastica per chilometro quadrato - spiega il Wwf - e ci troviamo davanti a centinaia e centinaia di metri di reti di nylon abbandonate. Assurdo continuare».

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