TREMOSINE/CAMPIONE

Addio Mose del Garda, ceduto come «rottame»: la diga mobile costata 2 milioni

di Luciano Scarpetta
Il fallimento tecnico della struttura che avrebbe dovuto imitare la barriera di Venezia. Il Comune cerca soggetti interessati a portarsela via per «riciclarla»
Il Mose di Campione: la diga mobile è stata progettata prendendo spunto dalla barriera anti-acqua alta di Venezia
Il Mose di Campione: la diga mobile è stata progettata prendendo spunto dalla barriera anti-acqua alta di Venezia
Il Mose di Campione: la diga mobile è stata progettata prendendo spunto dalla barriera anti-acqua alta di Venezia
Il Mose di Campione: la diga mobile è stata progettata prendendo spunto dalla barriera anti-acqua alta di Venezia

Chissà a chi potranno interessare «quattro attenuatori di moto ondoso a galleggiamento continuo in calcestruzzo» delle dimensioni di 20 metri per 4 per 2,40 e relativi «corpi morti» di ormeggio e ancoraggio, attualmente collocati nella zona sud di Campione. Sono i resti del tristemente noto «Mose», la barriera mobile anti-onde che non si è riusciti a rendere funzionale e che, inservibile allo scopo originario, ora viene ceduta a chi se la verrà a prendere.
Il Comune di Tremosine ha infatti promosso un avviso pubblico per la rimozione e la dismissione del manufatto, la diga mobile di 80 metri lineari che nelle intenzioni doveva imitare la barriera anti-acqua alta di Venezia davanti al centro sportivo di Univela, proteggendo le imbarcazioni dal moto ondoso.
Non a caso la struttura era stata soprannominata il «Mose» del Garda, ma proprio a causa del vento che mise a nudo i problemi strutturali del progetto dopo i tentativi di assemblaggio andati a vuoto nel dicembre 2018, dal 2019 la diga ormai inservibile rimane parcheggiata a fianco del lungolago.
Se qualcuno la vuole, le manifestazioni di interesse dovranno essere inviate esclusivamente con posta elettronica certificata al protocollo comunale entro e non oltre il prossimo 29 aprile e il ritiro dei beni, ceduti nello stato in cui si trovano, dovrà avvenire entro e non oltre 15 giorni dalla formalizzazione del verbale di cessione.
Il progetto della diga galleggiante era nato su iniziativa del Comune nel 2011 e aveva ricevuto un finanziamento per realizzare il frangiflutti dell’ammontare di 2 milioni di euro a fondo perduto (ex Odi), insieme al riconoscimento del progetto di iniziativa privata per realizzare dell’«Università della Vela», per l’importo di 4 milioni e 716 mila euro.
Adesso l’ipotesi è la restituzione del contributo a fondo perduto di 2 milioni elargito dieci anni fa. Per questo motivo il Comune, nel luglio 2019, ha avviato un'azione legale per stabilire le responsabilità del malfunzionamento del «Mose», in particolare del ripetuto cedimento delle flange di ancoraggio dei moduli ai guidapalo e del comportamento anomalo dell'attenuatore del moto ondoso in sede di collaudo, rendendo di fatto impossibile, tra rimpalli di responsabilità, l'individuazione delle varianti da apportare al progetto.
Si attende quindi l’esito della causa civile, considerato che i tentativi di conciliazione non hanno portato a nulla e i soggetti non hanno accettato la refusione dei danni. Poi al termine si potrà eventualmente ipotizzare una nuova soluzione, ma a quanto pare l’unica ipotesi percorribile, al netto di un ulteriore aggravio dei costi, sarebbe quella di una paratia fissa. •.

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