Ai piedi della
Rocca un paradiso
per i pesci

di Alessandro Gatta
La riserva naturale della Rocca di Manerba si estende per oltre 200 ettari tra lago e terra ferma
La riserva naturale della Rocca di Manerba si estende per oltre 200 ettari tra lago e terra ferma
La riserva naturale della Rocca di Manerba si estende per oltre 200 ettari tra lago e terra ferma
La riserva naturale della Rocca di Manerba si estende per oltre 200 ettari tra lago e terra ferma

Finalmente è realtà la zona di ripopolamento ittico della Riserva naturale di Manerba, all’interno del primo parco sublacuale d’acqua dolce italiano: un’area da 50mila metri quadri in cui la pesca sarà interdetta in modo assoluto, anche ai pescatori professionisti.

LA DELIBERA è stata appena approvata in consiglio comunale, e dunque immediatamente esecutiva: a breve verrà trasmessa anche in Regione e alle associazioni dei pescatori. «È la meritata conclusione di un lungo percorso - spiega il sindaco Isidoro Bertini - cominciato da una nostra apposita richiesta, poi diventata un emendamento discusso in Regione, in Commissione agricoltura, e infine inserito nel provvedimento della Riserva stessa. Un’idea che si basa su studi ed esperimenti positivi anche all’estero, come già fatto ad esempio in Giappone: i pesci potrebbero riconoscere la riserva ittica come zona sicura, e il ripopolamento andrebbe a vantaggio della pesca nelle aree circostanti. Non va dimenticato infatti che anche nel parco sublacuale, da 800 ettari, la pesca è vietata e consentita solo ai professionisti». L’area di divieto assoluto si trova invece dietro la Rocca, in direzione di Pisenze: il Comune ha già fatto richiesta all’Autorità di Bacino per il posizionamento delle boe, che andranno ad aggiungersi a quelle già esistenti per il parco sublacuale (che in tutto occupa più di 80 ettari). «Gli sviluppi del ripopolamento - continua Bertini - saranno continuamente monitorati, anche dagli stessi pescatori: ai professionisti del Garda bresciano la Regione consegnerà un libretto in cui dovranno registrare la tipologia e la quantità di tutto quello che viene pescato». Sardine, coregoni, lucci, persici: tutto quello che finirà in rete sarà censito, così da verificare in tempo (quasi) reale gli effetti del ripopolamento. Con questa delibera la Riserva ingrana la marcia: entro i prossimi due mesi, spiega ancora Bertini, dovrebbe essere approvato in consiglio anche il piano di gestione dell’area di tutela che sfiora in tutto i 200 ettari (115 sulla terraferma e appunto 80 in acqua).

«NON SOLO SERVIRÀ a regolamentare gli aspetti più importanti del funzionamento della Riserva - prosegue il sindaco - ma sarà strumento per la programmazione dei prossimi anni. Le idee sono tante, e per alcune di queste stiamo già lavorando a eventuali contributi». Sono due i progetti più significativi: la realizzazione di una sorta di centro di accoglienza, sulla strada all’incrocio tra Dusano e San Giorgio dove c’è già un parcheggio, con l’ampliamento dell’area di sosta attuale (che verrà attrezzata anche per gli autobus), il posizionamento di un chiosco e magari di un book shop, e la realizzazione di una sala polifunzionale a disposizione dei visitatori e delle università. «Potrebbe addirittura ospitare qualche corso estivo della Statale o della Cattolica», dice ancora Bertini. Non meno interessante anche il progetto ambientale in ambito agroalimentare: incentivi e investimenti (anche privati) per la coltivazione e la vendita di prodotti autoctoni di nicchia, magari marchiati con un bel «Made in Riserva»: giuggiole, cachi, fichi secchi, mandorle e miele, olio e olive.

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