«Al lago di Garda serve una gestione unitaria»

di L.SCA.
Il presidente Angelo Cresco
Il presidente Angelo Cresco
Il presidente Angelo Cresco
Il presidente Angelo Cresco

Un vero «contratto» per arrivare a governare con una logica condivisa e partecipata le esigenze del lago di Garda nel loro complesso. È questa la proposta che i sindaci gardesani riuniti l’altro ieri nella sede di Ags a Peschiera, l’equivalente di Acque Bresciane sulla sponda veronese, rilanceranno a breve alla Comunità del Garda a Gardone Riviera, l’ente comprensoriale benacense, per rivendicare il diritto di partecipare alle decisioni che riguardano la vita del lago di Garda. L’ultima apertura dello scolmatore Adige-Garda avvenuta 15 giorni fa per mano trentina senza informare enti e paesi del lago è stata a tutti gli effetti la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Nel cahier de doléances delle genti benacensi trovano posto non solo l’immissione di acque attraverso la galleria Mori-Torbole, ma anche le questioni riguardanti i livelli, l’aumento dei flussi turistici, il consumo del territorio, il collettamento dei reflui, l’analisi e il monitoraggio della flora e della fauna lacustri. E, questione niente affatto marginale, anche la volontà di introdurre l’obbligo di pulizia e sanificazione della carene delle barche prima che vengano introdotte nel Garda. Le barche provenienti da altri specchi d’acqua infatti, sono potenziali portatrici di microorganismi molto pericolosi per il lago, come i mitili che hanno aggredito, danneggiandola gravemente, la condotta sublacuale del collettore. «In altre parole - spiega il presidente di AGS Angelo Cresco - con il ’Contratto di lago’, rivendichiamo il diritto non più rinviabile, di partecipare insieme alle decisioni che riguardano tutta la vita del Garda. Chiediamo perciò, nel più breve tempo possibile un incontro alla direzione dell’Aipo per cominciare a gettare le basi contrattuali che coinvolgano le Regioni, l’Aipo e la Provincia di Trento». La volontà è quella di arrivare a dare una risposta collettiva e far contare nelle decisioni tutti i Comuni del lago che non possono più essere spettatori. Il prossimo incontro alla sede della Comunità del Garda a Gardone Riviera servirà per coinvolgere tutti i comuni che si affacciano sul lago per iniziare al più presto il confronto con la Provincia di Trento e inserire la gestione del Garda nell’ambito di un modello condiviso tra i vari enti. I sindaci hanno condiviso la proposta di sanificare le imbarcazioni: «prima di immergere imbarcazioni provenienti dall’estero - è la tesi comune - si imponga ai rimessaggi una sanificazione della carena. Questo viene fatto in tutti i laghi d’Europa, ma non nel nostro. È una misura che, visti i danni provocati alla sublacuale, va assolutamente attuata». Sulla stessa linea il presidente di Ats Giovanni Peretti: «I danni provocati alla condotta indicano come sia necessario, urgente e non più procrastinabile l’intervento per togliere la sublacuale dal Garda. Chiederemo a tutti gli attori di intervenire in maniera forte, perché non c’è più possibilità di attesa per realizzare il nuovo collettore. Anche la Provincia di Trento, a volte assente, si deve rendere conto dell’attenzione che va data al lago».

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