Allarme rientrato,
il Comer resta
sotto osservazione

di Luciano Scarpetta
La falesia dalla quale si è staccato mercoledì il masso gigante
La falesia dalla quale si è staccato mercoledì il masso gigante
La falesia dalla quale si è staccato mercoledì il masso gigante
La falesia dalla quale si è staccato mercoledì il masso gigante

Anche stavolta la fortuna si è ricordata che alle pendici del Monte Comer ci sono le abitazioni di Gargnano. Il macigno di 4 metri cubi caduto all’alba di mercoledì dal versante sopra l’eremo di San Valentino è rotolato pericolosamente a valle per circa mezzo chilometro a una velocità impressionante, terminando la sua folle corsa nell’alveo del Rio Guandalini, nella valle di San Martino, senza impattare nessuno degli edifici disseminati sul pendio. Ieri mattina intorno alle 11, dopo il sopralluogo in quota effettuato a bordo di un elicottero dal sindaco Giovanni Albini con il geologo Giovanni Bembo, è stato deciso di far rientrare nelle loro abitazioni le otto famiglie evacuate 24 ore prima in tutta fretta per il pericolo di possibili, altri cedimenti della falesia. «Si è trattato di una porzione di roccia isolata e fortunatamente in parete non sono state rilevate altre situazioni di roccia instabile o pericolante», conferma Bembo. Tutto è bene quel che finisce bene, anche se il macigno rotolando a valle ha spezzato olivi, travolto muri di contenimento e staccionate di legno, passando a meno di dieci metri da un’abitazione prima di rotolare nella valle di San Martino. «Se avesse colpito la casa a quella velocità sarebbe stata una tragedia». Nelle prossime settimane verrà realizzata in quota una barriera paramassi della lunghezza di una cinquantina di metri.

«PURTROPPO - osserva il geologo Giovanni Bembo - stiamo parlando di un luogo, il Monte Comer di Gargnano, da sempre soggetto al rischio di eventi franosi da imputarsi alla normale fratturazione e all’allentamento della compagine rocciosa in una parete di quasi 500 metri, molto sensibile a questo genere di dissesti, come peraltro certificato dalla Regione che l’ha delimitata come zona Pai, Piano assetto idrogeologico». Non è in effetti un caso che, dopo i paurosi distacchi avvenuti nel mese di ottobre del 2011, nella zona di San Gaudenzio continua la prosecuzione dell’incarico del servizio di monitoraggio elettronico di tutta la parete sud del versante.

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