Allarme rifiuti, i vandali alzano il tiro

di Alessandro Gatta
L’intervento di pulizia lungo il sentiero che porta sul Monte CornoI rifiuti in attesa di caratterizzazione a due passi dal LavagnoneLa discarica a cielo aperto individuata in località Colomba AltaI  bidoni lasciati al LavagnoneIl motorino abbandonato
L’intervento di pulizia lungo il sentiero che porta sul Monte CornoI rifiuti in attesa di caratterizzazione a due passi dal LavagnoneLa discarica a cielo aperto individuata in località Colomba AltaI bidoni lasciati al LavagnoneIl motorino abbandonato
L’intervento di pulizia lungo il sentiero che porta sul Monte CornoI rifiuti in attesa di caratterizzazione a due passi dal LavagnoneLa discarica a cielo aperto individuata in località Colomba AltaI  bidoni lasciati al LavagnoneIl motorino abbandonato
L’intervento di pulizia lungo il sentiero che porta sul Monte CornoI rifiuti in attesa di caratterizzazione a due passi dal LavagnoneLa discarica a cielo aperto individuata in località Colomba AltaI bidoni lasciati al LavagnoneIl motorino abbandonato

Talmente sfacciati da aver colpito a due passi dal sito archeologico del Lavagnone, che è pure patrimonio dell’Unesco. Oppure sul sentiero che dal cimitero porta al Monte Corno, che è Parco locale di interesse sovracomunale. E poi alle Grezze, e alla Cremaschina (oltre al danno la beffa, a due passi dall’isola ecologica): sono i furbetti dei rifiuti che a Desenzano sono sempre di più, e sempre più organizzati. Nel senso che per strada non si trovano più soltanto i classici sacchetti: nelle ultime settimane è stato recuperato (e smaltito) di tutto. Dai bidoni sospetti del Lavagnone, che non si sa ancora cosa contengano, al motorino recuperato in località Colomba Alta, sul Monte Corno, e scarti edili di ogni tipo, perfino del catrame nella zona delle Grezze. «GLI ABBANDONI in tutto il territorio si stanno accentuando, soprattutto nelle periferie», fanno sapere dall’Ufficio ecologia. Da parte di semplici cittadini, anche non residenti, ma pure «aziende non sempre in regola». L’ultimo intervento significativo solo un paio di giorni fa, appunto alla Colomba Alta: sono stati rimossi quasi due metri cubi di rifiuti di ogni tipo, da quelli casalinghi (carta, plastica, vetro e secco) a scarti di edilizia, e pure un motorino (che però non sarebbe stato rubato, e ora si cerca il proprietario). «Rifiuti che si sono accumulati nel tempo, e conferiti abusivamente anche dai nomadi che si erano stabiliti in zona - spiega il presidente del consiglio comunale Rino Polloni, che per primo ha raccolto le segnalazioni - in un terreno privato, proprio di fianco al sentiero». Questione complessa: il proprietario del terreno si è accorto dei rifiuti abusivi e li ha solo spostati. E dunque per un po’ c’è stato un contenzioso su chi avrebbe dovuto rimuoverli: alla fine giovedì è intervenuto il Comune. «Impossibile accertare chi sia stato, e quindi al momento niente indagati - dice Carlalberto Presicci, comandante della Polizia Locale - Comunque non ci sono rifiuti pericolosi e non c’è amianto. Una situazione che purtroppo si è protratta nel tempo, come spesso succede in periferia». Rimossi alla Colomba Alta, e rimossi alle Grezze (dove c’era il catrame): restano altri accumuli consistenti alla Cremaschina e al Lavagnone, dove i rifiuti sono stati coperti e transennati. Ma ancora non si può intervenire: il Comune è in attesa dell’identificazione del rifiuto, la cosiddetta caratterizzazione. Un passaggio necessario per la rimozione e lo smaltimento: dovrebbe occuparsene una ditta privata specializzata. Certo quei bidoni fanno effetto, soprattutto nelle vicinanze di un patrimonio dell’umanità. Nessuna emergenza, ma c’è tanto da fare: di abbandono di rifiuti se n’era parlato anche in Consiglio comunale, su sollecito di Pd e 5 Stelle. Era stata poi approvata (all’unanimità) la mozione presentata dal consigliere Andrea Spiller per l’acquisto di due foto-trappole, «da posizionare in modo itinerante nei punti ritenuti più sensibili del territorio, per contrastare il fenomeno». Per farsi un’idea: nell’anno appena concluso la Polizia Locale ha elevato 61 sanzioni amministrative in materia di rifiuti, insomma più di una multa a settimana. E a queste si aggiungono poi quattro procedimenti penali a tema ambientale. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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