Appello a tutti i sindaci della provincia «I depuratori non stravolgano i confini»

di C.REB.
Davide Comaglio guida GavardoGiovanni Benedetti  (Muscoline)La mobilitazione in difesa del fiume  Chiese non si è fermata
Davide Comaglio guida GavardoGiovanni Benedetti (Muscoline)La mobilitazione in difesa del fiume Chiese non si è fermata
Davide Comaglio guida GavardoGiovanni Benedetti  (Muscoline)La mobilitazione in difesa del fiume  Chiese non si è fermata
Davide Comaglio guida GavardoGiovanni Benedetti (Muscoline)La mobilitazione in difesa del fiume Chiese non si è fermata

«É una consuetudine, o per meglio dire una prassi ormai consolidata nel tempo, che i depuratori consortili vengano costruiti nei territori afferenti ai Comuni interessati e gli scarichi delle acque depurate siano sempre diretti nei bacini imbriferi riguardanti le stesse località. Solo per il Garda verrebbe fatta, per la prima volta, una scelta diversa». Con una lettera inviata al presidente della Provincia Samuele Alghisi, ai segretari dei partiti politici, ai parlamentari bresciani e a tutti i sindaci della provincia, i primi cittadini di Montichiari, Gavardo, Prevalle e Muscoline invitano la politica bresciana «a prendere coscienza e a tradurre in atti la soluzione del problema». DAL 2018 «STIAMO cercando di comprendere le motivazioni, le decisioni e le scelte che stanno alla base dell’individuazione degli impianti a Gavardo e Montichiari - scrivono Marco Togni, Davide Comaglio, Damiano Giustacchini e Giovanni Benedetti -. Dopo oltre due anni di ricerche, discussioni, conferenze e incontri, ad oggi nessuno ha fornito le risposte agli interrogativi primari sulle localizzazioni. Nemmeno l’ultima Conferenza dei Comuni dell’Ufficio d’Ambito è riuscita a chiarire i motivi per i quali “proprio quelle localizzazioni” siano state proposte per lo studio realizzato dal professor Giorgio Bertanza dell’Università di Brescia». I tentativi di portare ai vari tavoli istituzionali ed anche in Consiglio provinciale le discussioni sui depuratori del Garda «sono sempre purtroppo naufragate di fronte ai dinieghi opposti - sottolineano i quattro sindaci -. Nessuno, ora che il tempo stringe, può permettersi di non trovare il tempo per discuterne e per trovare una soluzione. Stabilire delle linee di indirizzo e gestire le scelte spetta alla politica, e non ai tavoli tecnici. La discussione di un così delicato argomento deve portare ad un comune indirizzo per affrontare i prossimi passaggi. La scelta delle localizzazioni di un così imponente progetto di depurazione sovracomunale non può essere dettata dall’anomala applicazione di un criterio sconosciuto che fino ad oggi non è mai stato valutato, ma deve diventare, come per tutti i depuratori sovracomunali, l’esito di un percorso naturale maturato a seguito della più ampia condivisione». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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