Assalito nel parcheggio per l’orologio d’oro

di Valentino Rodolfi
Sulla rapina nel parcheggio indaga la Polizia di Stato  di Desenzano
Sulla rapina nel parcheggio indaga la Polizia di Stato di Desenzano
Sulla rapina nel parcheggio indaga la Polizia di Stato  di Desenzano
Sulla rapina nel parcheggio indaga la Polizia di Stato di Desenzano

D’istinto ha tentato di difendersi, di reagire all’aggressione e sono volati pugni, ma alla fine ha desistito perché, spiega, «non rischio di farmi ammazzare per un orologio, per quanto prezioso». CHISSÀ infatti se i due rapinatori avevano dei coltelli, o magari una pistola pronta per l’uso: non lo sapremo mai. Perchè la vittima dell’assalto, un imprenditore di Brescia con casa a Sirmione, dopo l’iniziale resistenza ha preferito lasciar perdere e chiamare il 112: «Farò denuncia al Commissariato della Polizia di Stato di Desenzano, è la cosa migliore da fare», spiega a Bresciaoggi la vittima della rapina, che per motivi più che comprensibili preferisce non siano rese note le sue generalità. Qualche dettaglio lo fornisce: l’orologio è un prezioso Audemars Piguet, d’oro, che nuovo costerebbe 48 mila euro. Lui lo portava al polso e tanto è bastato perché due malfattori gli mettessero gli occhi addosso, al punto da seguirlo in attesa di colpire al momento «giusto». IL MOMENTO è arrivato ieri attorno alle 14.30, quando l’imprenditore con la sua auto è andato a fare la spesa al supermercato «C+C Maxigross», sul confine tra Desenzano e Sirmione. «Avevo notato lungo il tragitto questa moto, una Yamaha scura di grossa cilindrata, che mi seguiva con due persone in sella, con i caschi integrali - racconta la vittima -. Ho pensato: “questi due o vanno a fare la spesa o mi stanno seguendo”. Ma mi sono comportato normalmente: all’arrivo ho parcheggiato, sono entrato nel supermercato, poi sono uscito e ho messo la spesa nell’auto». QUI L’ASSALTO. Mentre stava per sedersi al posto di guida della sua vettura, una Ferrari, è stato raggiunto da uno dei due, con ancora il casco in testa: «Ha tentato di strapparmi l’orologio e io d’istinto gli ho dato un pugno nello stomaco, ma lui con due strattoni è riuscito a prendere quello che voleva e a correre verso il complice sulla moto - racconta l’imprenditore -. A quel punto dovevo decidere: saltargli addosso o lasciar perdere. Ma come facevo a sapere se non fossero armati?». Saggia decisione, verrebbe da dire, perché è difficile pensare che un malvivente vada a fare una rapina senza almeno una lama in tasca. Dunque è andata male per un verso (l’orologio d’oro che non c’è più), ma è andata anche bene per un altro: nessuno si è fatto troppo male, a parte l’iniziale colluttazione. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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