Bagarre sulla pesca di frodo «Ci vuole più sorveglianza»

di L.SCA.
Pesca sul Garda: è polemica
Pesca sul Garda: è polemica
Pesca sul Garda: è polemica
Pesca sul Garda: è polemica

Una lite «a pesci in faccia», ma non solo in senso metaforico. È quella che da qualche settimana vede protagonisti i pescatori della sponda bresciana con quelli della veronese, in guerra per presunti sconfinamenti e mancato rispetto delle regole: tra le accuse, la pesca praticata senza boe di segnalazione e reti vietate. I bresciani puntano il dito contro i colleghi veronesi che a loro volta volgono gli addebiti alle «new entry» straniere del medio lago veronese. Sono molti, in effetti, gli immigrati asiatici che negli ultimi anni si sono dedicati alla pesca professionale sul Garda, con regolari licenze, ora accusati di usare reti non segnalate (accuse da dimostrare) e soprattutto di vendere il pescato a prezzi stracciati, rovinando il mercato. Ma è su tutti i fronti di illegalità che bisogna intervenire. Lo afferma Maurizio Scarmigliati, presidente dell’Upsdg, associazione che raggruppa nove società di pesca sportiva per circa seicento iscritti. «Sia tra i professionisti sia tra i dilettanti - dice Scarmigliati - c’è una maggioranza di persone oneste che pescano in modo responsabile, ma anche personaggi che non hanno scrupoli né regole. Dobbiamo isolare e denunciare quella minoranza che opera nell’illegalità e che getta discredito sulla categoria. Ma non possiamo farlo da soli: chiediamo maggiore presenza e sorveglianza, anche volontaria. Noi ad esempio abbiamo istituito un corpo volontario con risultati importanti: può crescere ancora, eliminando la burocrazia e le complicazioni». •

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