Blitz della Polizia locale: la casetta dell’Idroscalo «liberata» dagli abusivi

di A.GAT.
La Polizia locale è intervenuta alla casa abbandonata dell’Idroscalo
La Polizia locale è intervenuta alla casa abbandonata dell’Idroscalo
La Polizia locale è intervenuta alla casa abbandonata dell’Idroscalo
La Polizia locale è intervenuta alla casa abbandonata dell’Idroscalo

Sono stati sgomberati ieri pomeriggio dalla Polizia locale di Desenzano, senza incidenti, gli occupanti dell’ex casa del custode al parco pubblico dell’idroscalo, accanto al vecchio Sesto Senso: a trovare dimora nello stabile abbandonato erano in cinque, quattro uomini e una donna. L’INTERVENTO del Comune, fa sapere il sindaco Guido Malinverno, si è reso necessario per motivi di sicurezza: l’edificio è infatti abbandonato da anni, e considerato «pericolante e pericoloso». Non è chiaro se i cinque occupanti risiedessero in pianta stabile nell’edificio, che già tempo fa era stato sigillato con i lucchetti, o se lo utilizzassero solo come sistemazione temporanea: sta di fatto che in molti dicono di averli visti, e spesso, sulla panchina che sta a pochi metri dall’ex casa del custode. «L’abbiamo fatto sgomberare perché è una struttura a rischio - dice ancora Malinverno - nessuno deve entrare, o peggio vivere in una casa che è pericolosa. Voglio sottolineare il fatto che la gente è uscita volontariamente, senza opporre resistenza: al momento non sappiamo nemmeno il vero motivo che li ha portati a stabilirsi lì. Ma voglio ribadire che non vogliamo buttare per strada nessuno, e che se davvero ci fossero problemi da risolvere allora ci attiveremo con i servizi sociali». LA CASA fa parte della grande base dell’idroscalo di Desenzano: si trova nello spazio verde (da oltre 12mila metri quadrati) che da qualche anno è stato aperto al pubblico, grazie a una convenzione con l’Aeronautica firmata ancora dall’amministrazione Leso: una sorta di comodato, che non assegna al Comune la proprietà. «Una convenzione a tempo, alla cui scadenza mancano circa 15 anni - continua il sindaco Guido Malinverno - ed è questo il motivo per cui non possiamo intervenire: non possiamo ristrutturare l’edificio perchè non è nostro. e per metterlo a posto servirebbero non meno di 300 mila euro». La vita dei senzatetto nella casa ricorda inevitabilmente le annose vicende del vicino ex hotel Ramazzotti, proprio dall’altra parte della strada, di proprietà privata, che è stato per anni un rifugio incontrollabile di sbandati e senzatetto.

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