SAN FELICE

Piccioni moltiplicatisi in lockdown e cacciati dai falchi, libero il castello a Portese

di Alessandro Gatta
I voli per sfrattare i piccioni dal castello sono stati distribuiti in otto uscite: oggi è l’ultima
I voli per sfrattare i piccioni dal castello sono stati distribuiti in otto uscite: oggi è l’ultima
I voli per sfrattare i piccioni dal castello sono stati distribuiti in otto uscite: oggi è l’ultima
I voli per sfrattare i piccioni dal castello sono stati distribuiti in otto uscite: oggi è l’ultima

Altro che voli pindarici, qua si fa sul serio: oggi è il gran giorno dell’ultimo decollo per i falchi chiamati dal Comune di San Felice per far sloggiare i piccioni che da più di un anno infestano il castello di Portese. Non si sono visti per anni, o comunque erano pochi: ma si sono riappropriati di pertugi e angolini vari approfittando del lockdown. Fino al marzo 2020 il castello era vivo e frequentato, c’erano gli alpini e il centro anziani. Poi all’improvviso, il coronavirus: e tutto si è fermato così che i piccioni hanno potuto insediarsi e riprodursi.
Erano diventati tanti, troppi: «Una situazione di degrado - ammette il consigliere Ettore Correndo, che ha seguito l’operazione - e parlo in particolare del guano, in grandi quantità, che ha la forza perfino di intaccare la stabilità delle pietre». Un intervento drastico era ormai necessario, e così è stato: ma niente spargimento di sangue, sia chiaro, perché i falchi (già utilizzati da anni anche a Lonato, e in qualche occasione pure a Desenzano) altro non fanno che spaventare e allontanare i piccioni.
In tutto il Comune ha concordato otto interventi, a cura di falconieri specializzati della Artiglio Bird Control di Cappella Cantone, Cremona, per un totale di circa 1.600 euro: i falchi hanno cominciato a volare dalla fine di novembre, un paio di volte la settimana, e come detto il loro lavoro si concluderà proprio oggi. «I risultati si vedono - continua Correndo - e abbiamo già fatto ripulire quelli che ormai erano i percorsi soliti dei piccioni, e sono rimasti tali. Insomma, non se ne vedono più».
Una scelta ponderata: «Non era nostra intenzione farli fuori a schioppettate - dice il consigliere con delega al Benessere animale: si occupa anche della spiaggia per cani e sta lavorando al primo sgambatoio in paese - e così abbiamo sondato varie soluzioni. Ci avevano proposto anche del gel repellente, ma abbiamo preferito i falchi perché non fanno male a nessuno: non li attaccano, li spaventano e li allontanano». Sono guidati da terra dagli esperti falconieri: vederli dal vivo fa sempre un certo effetto. Oggi l’ultimo intervento, ma non finisce qui: «Adesso interverremmo chiudendo con griglie metalliche tutti i buchi e le feritoie da cui i piccioni entravano e uscivano - conclude Correndo - e valuteremo poi se sarà necessario richiamare i falchi, ogni tanto, per tenerli lontani».•. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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