Cena fascista, è già polemica

di L.SCA.
Mussolini: è polemica a Salò
Mussolini: è polemica a Salò
Mussolini: è polemica a Salò
Mussolini: è polemica a Salò

Saranno molti di meno i commensali: 150 anziché 360 come da capienza normale, tutti distanziati in ossequio alle normative regionali. Il numero delle polemiche però è destinato a rimanere invariato. Si stanno raccogliendo le adesioni per l’annuale, tradizionale, «cena fascista» in programma mercoledì 28 ottobre al ristorante Conca d’Oro a Salò per l’anniversario della marcia su Roma. Un raduno che ha scatenato nelle precedenti edizioni un vespaio di polemiche, non solo locali. Ad organizzare la cena del «98° era fascista» è il Movimento salodiano indipendente-Associazione Catarsi, presieduto da Gianluigi Pezzali, per anni consigliere comunale a Salò. Niente buffet in piedi quest’anno, tutto al tavolo: dall’aperitivo con stuzzichini ai gnocchetti agli asparagi e Tombea, stracotto di manzo alla polentina rustica di Storo, alla crema al caffè nero (of course), dolce del 98°, caffè corretto e sottoscrizione con premi «rigorosamente del ventennio». Sarà in ogni caso una festa in tono minore: «Ridotte per l’occasione anche le attività ludiche, sonore e ricreative poiché la copertura delle spese e gli importi, potranno contare solo sui 150 posti», spiega Pezzali nella missiva inviata ai «camerati». Goliardata nostalgica o apologia del fascismo? Gira e rigira la domanda è sempre quella. Se lo sono chiesti sabato scorso al centro sociale «I pini» di via Montessori a Salò, quelli del comitato provinciale Anpi di Brescia in collaborazione con le sezioni gardesane. Si dibatteva sui «fenomeni culturali e politici di stampo neofascista che stanno diventando una costante nella nostra provincia a partire dai territori del Garda». «Normalizzare vuol dire togliere dal limbo dell’inaccettabile culture e politiche che dovrebbero rimanere tali - si argomentava -: l’uso strumentale della storia passa tramite una sua distorsione o una sua astrazione». L’analisi intendeva verificare se i fatti e le recenti prese di posizione sul mantenimento della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini hanno svolto un’opera, voluta o inconsapevole, utile al processo di normalizzazione: «La risposta è si – afferma il presidente Anpi Medio Garda, Antonio Bontempi –, esiste il “caso Salò”, una sovraesposizione forzata del binomio Salò-Rsi che si è concretizzato negli ultimi 20 anni». •

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