LA PISTA

Crepe sull’«Anello ciclabile»: si spacca il fronte dei sindaci del lago

di Luciano Scarpetta
L’Anello ciclabile del Garda: problemi di costi, disomogeneità del progetto, impatti e rischio geologico
L’Anello ciclabile del Garda: problemi di costi, disomogeneità del progetto, impatti e rischio geologico
L’Anello ciclabile del Garda: problemi di costi, disomogeneità del progetto, impatti e rischio geologico
L’Anello ciclabile del Garda: problemi di costi, disomogeneità del progetto, impatti e rischio geologico

Non è tutto oro quello che luccica, neppure quando si tratta di pedalare godendosi paesaggi mozzafiato. Osannato come strumento di promozione turistica e di incentivo alla mobilità sostenibile, il famoso ma ancora incompiuto Anello ciclabile del Garda rivela un «lato oscuro», fatto di costi, sicurezza, mancanza di un progetto unitario e impatti sul paesaggio, emerso nell’assemblea generale della Comunità del Garda. A scoperchiare la pentola è il ricorso al Consiglio di Stato del Comune di Tremosine che si oppone alla realizzazione di 750 metri di tracciato. Ma è solo segnale tra tanti.
Nella duplice veste di presidente della Comunità del Garda e di ministro per gli Affari regionali, Mariastella Gelmini, ascoltate le voci di preoccupazione sui progetti presenti e futuri ha deciso di istituire un tavolo tecnico per analizzare a fondo tutti gli aspetti di questa delicata e costosissima partita, l’Anello cioclabile, stimata in 344 milioni e 500 mila euro come costo finale complessivo, salvo imprevisti.
L’Anello attorno al lago dovrebbe svilupparsi su 166 chilometri. Nel progetto sono previste 112 opere d’arte, di cui 87 ponti, 5 nuovi sottopassi e 20 gallerie. Nel piano finanziario nazionale sono destinati alla Regione Lombardia 12.539.913 euro per soli 8 chilometri di tracciato, la Provincia di Trento avrà a disposizione 6.966.618 euro per 4 mila metri di itinerario, mentre alla Regione Veneto avrà 10.493.469 euro.
Tanti soldi per poca pista. E il resto? Ma vediamo che cosa contesta Tremosine. Durante l’assemblea, il sindaco Battista Girardi ha precisato che il ricorso «non contesta il progetto della ciclovia , ma è contro la Provincia di Brescia chiamata a realizzare 750 metri di tracciato utilizzando una cospicua parte dei fondi messi a disposizione per realizzare questa piccola porzione a ridosso del confine con Limone». Il tutto senza «prima predisporre lo studio di fattibilità completo del tratto da Limone a Gargnano - ha sostenuto Girardi -. Il Broletto ha in sostanza bypassato la progettazione iniziale di un tratto di costa, da Gargnano a Limone, tra i più belli in assoluto ma anche tra i più difficili da manomettere».
L’approccio è sbagliato secondo il sindaco di Tremosine che ha impugnato il progetto davanti al Consiglio di Stato. «Il rischio geologico da Limone a Gargnano è alto: io ho la frazione di Campione ancora ostaggio della frana. Per questo motivo penso si potrebbe pensare in questo tratto anche ad una metropolitana su acqua». «Comprendo le ragioni degli amministratori di Tremosine – ha sottolineato Maria Stella Gelmini nel corso dell’assemblea -: c’è un problema e quindi chiedo di costituire un tavolo tecnico alla Comunità del Garda su questo tema. C’è bisogno di ragionare, coinvolgendo anche la soprintendenza. Trovare soprattutto un accordo politico con i sindaci». Nel tratto bresciano da Gargnano a Limone sono per ora pronti solo i 6 chilometri di tracciato di Limone. •.

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