Depuratore del Garda, adesso spunta l’ipotesi di Desenzano

di C.REB..
Il M5S candida Desenzano come sede alternativa del depuratore
Il M5S candida Desenzano come sede alternativa del depuratore
Il M5S candida Desenzano come sede alternativa del depuratore
Il M5S candida Desenzano come sede alternativa del depuratore

Aspettando la proposta alternativa agli impianti di Montichiari e Gavardo, dal Basso Garda i gruppi del M5S lanciano una proposta sul depuratore del Benaco. «A Desenzano esiste un’area produttiva dismessa - un ex allevamento agricolo -, sul confine con Sirmione, con una superficie complessiva di circa 100 mila metri quadrati, che potrebbe essere idonea alla realizzazione di un depuratore di medie dimensioni. É vero che si tratta di una proprietà privata, così come è palese che il Comune di Desenzano non ha il potere di influenzare direttamente la scelta del posizionamento dei depuratori del nuovo progetto, che spetta ad Acque Bresciane e Ato, ma è anche vero che in questa fase di stallo un segnale forte da parte di un Comune di disponibilità ad ospitare un impianto sul proprio territorio potrebbe fare la differenza e favorire l'individuazione di una soluzione il più possibile condivisa con i territori, e non calata dall'alto come invece avvenuto fino ad ora». Sarebbe sufficiente, secondo i pentastellati, «impiegare metà della superficie per realizzare un impianto capace di trattare i reflui fognari di 150.000 abitanti, corrispondente alla popolazione di tutti i Comuni del basso lago, da Sirmione a Manerba, compresi gli incrementi dovuti alla stagione estiva. Resterebbe poi da realizzare almeno un altro impianto per la zona del medio-alto lago, da San Felice a Gargnano». Ma quali sarebbero i vantaggi della soluzione? «Innanzitutto la vicinanza del Mincio, perfettamente idoneo a ricevere le acque depurate in uscita dal depuratore, a circa 10 chilometri di distanza, raggiungibile anche recuperando o potenziando le condutture che attualmente portano i reflui al depuratore di Peschiera. In questo modo si potrebbe evitare buona parte dello scarico di acque nel Chiese, una delle principali criticità che hanno portato ad abbandonare il progetto di Gavardo e Montichiari». Il tema del depuratore ha tenuto banco anche nell’ultimo consiglio comunale di Padenghe. L’esponente di minoranza Mauro Moretti ha sottolineato che «la guerra tra Garda e Chiese non ha portato a nulla, se non ad allungare i tempi. La nostra proposta è di sistemare provvisoriamente la condotta sublacuale e poi, con calma, redigere un progetto che vada a soddisfare sia le esigenze urgenti del lago, sia quelle dei territori del Chiese». «Fino a poche settimane fa la Provincia aveva sposato il progetto di Acque Bresciane, poi è cambiato tutto - ha risposto il sindaco Albino Zuliani -. Come sindaci del lago siamo convinti che una decisione sia ormai indifferibile, e cercheremo di trovare una soluzione. Da anni stiamo versando acqua depurata nel Mincio, e non sono mai sorti problemi. Logicamente il Chiese ha una portata inferiore, ma sono stati fatti studi che vanno a scongiurare ogni pericolo. Il problema è che non saranno i tecnici a decidere sulla localizzazione del depuratore, ma i politici. E questo ci preoccupa un po’». POLEMICA la proposta del comitato Gaia di Gavardo: «Se sul Garda non sanno come utilizzare i 60 milioni di euro stanziati dal ministero, che l’Ato li destini al Chiese per risolvere tutte le criticità - suggerisce Filippo Grumi -. Quando saranno pronti con il progetto ci sarà modo di rifonderli, ma nel frattempo avremo risanato il fiume». Grumi trova poi «assurdo che siano i Comuni mantovani che fanno parte di Ats Garda Ambiente a “suggerire“ dove fare il depuratore. Non mi risulta che esista “Medole del Garda“. Se così fosse, il depuratore facciamolo lì, scaricando le acque depurate nel Mincio, che è sicuramente più vicino rispetto al Chiese». •

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