AMBIENTE

Depuratore del Garda? Deciderà il commissario

di /// Cinzia Reboni
Il Governo conferisce poteri straordinari al prefetto Visconti proprio mentre all'Ato viene consegnato il nuovo progetto di Esenta
Il prefetto Attilio Visconti
Il prefetto Attilio Visconti
Il prefetto Attilio Visconti
Il prefetto Attilio Visconti

Clamoroso colpo di scena nell’infinita partita sul depuratore del Garda. Alla fine il commissario arriverà per traghettare la controversa opera che ha spaccato in due il territorio bresciano. Il fantasma del plenipotenziario con poteri straordinari era aleggiato alla vigilia della Cabina di regia del 18 maggio attraverso la richiesta inviata al ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani da Mariastella Gelmini nella duplice veste di parlamentare e presidente della Comunità del Garda e dal coordinatore di Ats Garda Ambiente Giovanni Dal Cero, che invocavano l’intervento di una persona «super partes» per «sgombrare il tavolo da ogni logica fuorviante» e per traghettare il progetto «verso un’analisi di sostenibilità e fattibilità effettive». Ieri, puntuale come un orologio svizzero, proprio mentre Acque Bresciane depositava sul tavolo dell’Ato il progetto di fattibilità tecnico-economica ed il cronoprogramma della costruzione dell’impianto a Esenta di Lonato, il Consiglio dei ministri ha deciso che sì, il commissario è necessario «al fine di consentire la rapida attuazione del sistema di collettamento e depurazione del lago di Garda e la conseguente tempestiva dismissione della condotta sublacuale, giunta al termine della propria vita tecnica». E sarà il prefetto di Brescia Attilio Visconti a doversi assumere un onere a dir poco complesso. Una scelta che rimescola nuovamente le carte in tavola, e non poco. Rispettando i tempi dettati dai funzionari del ministero dell’Ambiente il 18 maggio scorso, Acque Bresciane ha infatti presentato il documento definitivo, destinato a sciogliere ogni dubbio sulla localizzazione dell’impianto a Lonato e sui tempi tecnici per la sua realizzazione. Praticamente si attendeva solo la data di convocazione della nuova Cabina di regia. «Indietro non si torna», aveva sottolineato a più riprese l’Ufficio d’Ambito, che negli ultimi mesi ha lavorato per seguire la linea dettata dalla mozione Sarnico, votata in Consiglio provinciale, che prevede la costruzione del depuratore nei Comuni afferenti, vale a dire in una località gardesana. Quanto abbiano «pesato» nella decisione del Consiglio dei Ministri le proteste dei Comuni gardesani, o le prese di posizione dei «vicini di casa» mantovani, o ancora le richieste di alcuni comitati di tornare a valutare l’ipotesi Peschiera - una tesi sicuramente meno impattante e più economica, ma sulla quale è stata messa una pietra tombale con l’accordo siglato nel 2017 tra le regioni Lombardia e Veneto, con relativa «spartizione» dei 100 milioni di euro di risorse statali - non è dato sapere. E adesso? Ieri sera il prefetto Attilio Visconti - che secondo quanto scritto nella delibera «dovrà elaborare un piano degli interventi e sottoporlo al ministro della Transizione ecologica», - non era stato ancora informato della decisione. Ma le voci di corridoio hanno trovato presto riscontro. «Ho appreso che il Consiglio dei Ministri ha nominato un commissario per la depurazione del Garda bresciano nella persona del prefetto di Brescia», ha confermato il segretario generale della Comunità del Garda, Pierlucio Ceresa. Il ministro Mariastella Gelmini, che per motivi di opportunità - vista la sua carica di presidente della Comunità del Garda -, non ha partecipato al voto, ha rilasciato una dichiarazione laconica: «Decisione inevitabile». La nomina del commissario, oltre ad essere letta come una sconfitta della politica locale, di certo rischia di creare un vulnus istituzionale con la Provincia e di riaprire una battaglia tra territori che l’ipotesi di Esenta sembrava aver sopito.•.

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