Depuratore del Garda, l’ipotesi Esenta di Lonato incassa il «sì» del Broletto

di Cinzia Reboni
La Commissione ciclo idrico della Provincia ieri ha dato la sua «benedizione» allo studio presentato da Acque Bresciane
Il futuro depuratore del Garda potrebbe essere realizzato a Lonato, alternativa alle ipotesi di Montichiari e Gavardo
Il futuro depuratore del Garda potrebbe essere realizzato a Lonato, alternativa alle ipotesi di Montichiari e Gavardo
Il futuro depuratore del Garda potrebbe essere realizzato a Lonato, alternativa alle ipotesi di Montichiari e Gavardo
Il futuro depuratore del Garda potrebbe essere realizzato a Lonato, alternativa alle ipotesi di Montichiari e Gavardo

Il fronte è sempre più compatto, e soprattutto bipartisan. La soluzione Lonato per la localizzazione del depuratore del Garda ha strappato il consenso anche della Commissione ciclo idrico della Provincia, che ieri ha dato la sua «benedizione» allo studio presentato da Acque Bresciane. Il direttore tecnico Mauro Olivieri ha illustrato la valutazione dei nuovi scenari per il nuovo collettore della sponda bresciana del lago, alla luce di quanto espressamente indicato con la mozione approvata dal Consiglio provinciale il 30 novembre scorso. Durante il confronto è emersa una convergenza della commissione che - seppur competente in merito ai soli indirizzi e non al progetto -, ha indicato nell’ipotesi di Esenta un’alternativa concreta che si aggiunge rispetto agli scenari precedenti, coerente con il principio generale votato dal Broletto: gli impianti consortili di depurazione devono essere localizzati nelle aree territoriali dei Comuni afferenti all’impianto stesso. Per il territorio gardesano, l’ipotesi è rafforzata dall’assenza di richieste di deroghe del gestore ad Ato, rispetto all’indirizzo strategico localizzativo, deroghe possibili solo se motivate e di carattere tecnico. «Siamo ad una fase decisionale avanzata - ammette con soddisfazione il consigliere Giovanni Battista Sarnico, presidente della Commissione ciclo idrico -. La comunità bresciana saprà dimostrare la capacità di scegliere, mettendo in campo la migliore soluzione in termini ambientali e tecnologici, per dare una risposta adeguata ai bisogni concreti dei territori». Ora l’ultima parola compete ad Ato, con la Cabina di regia promossa in sede ministeriale per martedì 18. «Meglio di così non poteva andare - sottolinea il presidente dell’Autorità d’Ambito di Brescia Aldo Boifava -. Anche in Commissione, così come ai Tavoli di confronto promossi da Acque Bresciane, è emerso che la soluzione di Lonato è quella più gradita. Il gestore ha messo a disposizione tutti gli elementi che hanno consentito ai consiglieri del Broletto di valutare in modo approfondito la proposta, che rispondeva alle precise indicazioni date dalla mozione Sarnico. Ora abbiamo a disposizione tutti gli elementi per assumere la decisione finale che, come previsto, verrà comunicata alla Cabina di regia». I Tavoli «non hanno rappresentato da soli la soluzione al problema, ma hanno certamente introdotto un clima costruttivo - aggiunge Boifava -: Acque Bresciane ha affrontato in tempi stretti temi complessi, mantenendo l’impegno preso». L’opzione Lonato ha accolto il favore di quasi tutta la Commissione. Unica voce fuori dal coro quella del consigliere Gianluigi Raineri (Forza Italia), per il quale il progetto Gavardo-Montichiari rimane il migliore. «La politica locale ha fatto sintesi - osserva il presidente della Provincia Samuele Alghisi -: non dobbiamo sovrapporci ai tecnici, ma mi auspico che la proposta venga approfondita. Abbiamo ottenuto un risultato impensabile, utile per tenere assieme i territori». Favorevole alla soluzione Esenta anche Marco Apostoli di Provincia Bene Comune, anche se «è lo stesso progetto del 2008: avremmo potuto risparmiare 13 anni. Mettiamo una pezza all’accordo tra le Regioni Lombardia e Veneto, che hanno obbligato la nostra provincia a fare un depuratore sulla sponda bresciana perchè ci hanno impedito di continuare ad utilizzare Peschiera». Parla di «missione compiuta» Acque Bresciane, che conferma la sostenibilità della soluzione Lonato e la necessità di non perdere altro tempo. «Con l’audizione in Commissione Ciclo idrico si è chiuso un cerchio - spiega il presidente Gianluca Delbarba -. Abbiamo risposto alla sollecitazione venuta dalla mozione Sarnico, e in 6 mesi non solo abbiamo individuato una localizzazione sostenibile da tutti i punti di vista, ma abbiamo anche avviato un confronto costruttivo con tutti gli stakeholders, ascoltando amministratori locali, associazioni, tecnici, accademici ed esponenti politici del territorio». Non c’è dubbio che nel confronto fra le due soluzioni, «quella di Lonato abbia registrato un maggior consenso rispetto a Montichiari e Gavardo - precisa Delbarba -. Dal nostro punto di vista sono due ottime proposte, non riteniamo ci siano gli estremi per derogare allo spirito della mozione provinciale». «Nei confronti dell’alternativa Lonato non si sono manifestate controindicazioni tecniche - si legge nella relazione di Acque Bresciane -. Riguardo al tema delle tempistiche di realizzazione dell’opera, e conseguentemente di dismissione delle condotte sublacuali, confermiamo l’impegno da un lato al costante monitoraggio ed alle eventuali manutenzioni straordinarie per garantire il corretto funzionamento delle condotte a lago e dall’altro ad un approfondimento tecnico, nelle fasi successive della progettazione, per ridurre i tempi di esecuzione del progetto». Raccogliendo le aspettative manifestate durante i lavori, l’utility «si impegna a costituire e coordinare un osservatorio territoriale permanente finalizzato al monitoraggio qualitativo delle acque reflue riutilizzate in agricoltura», ma anche ad «individuare e collettare tutti gli scarichi presenti, siano essi legittimi o abusivi, anche con riguardo agli scarichi industriali, e a realizzare l'adeguato collettamento e depurazione per le aree che ne siano attualmente prive, così come indicato dal ministero dell'Ambiente». Ulteriori interventi di mitigazione ambientale sono, secondo Acque Bresciane, «elementi imprescindibili per qualsiasi impianto. Le proposte emerse ai Tavoli, per esempio la creazione di zone umide con fitodepurazione, verranno approfondite nelle prossime fasi di progettazione, al pari della possibilità di creare un parco agricolo e didattico vicine all’impianto». Ora, assolto il compito ricevuto da Ato rispetto alla mozione provinciale, Acque Bresciane attende le decisioni degli enti di governo dell’ambito sull’ipotesi di localizzazione che diventerà oggetto della progettazione definitiva e della Conferenza dei Servizi. «Su questo aspetto tutti gli interlocutori concordano: è il momento di decidere, a tutela dell’ambiente, delle infrastrutture e dei servizi dei territori interessati», conclude Delbarba.•.

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