Due milioni di alborelle per ripopolare il Garda Così le «aole» torneranno

di L.SCA.
Uno dei letti di frega per le alborelle, protetti all’interno di cassette
Uno dei letti di frega per le alborelle, protetti all’interno di cassette
Uno dei letti di frega per le alborelle, protetti all’interno di cassette
Uno dei letti di frega per le alborelle, protetti all’interno di cassette

Gridare al miracolo sarebbe probabilmente un azzardo. ma forse adesso si possono iniziare a fare ragionamenti in prospettiva sul ripopolamento delle alborelle, praticamente scomparse dal lago di Garda sin dalla metà degli anni 90. SE TORNERANNO, sarà merito dell’Unione pescatori sportivi del Garda, sodalizio di circa 600 associati, che in primavera con l’ittiopatologo Andrea Giacinti e i subacquei di «Aquadive» ha lanciato il «progetto alborella». L’IDEA è stata quella di posizionare dei letti di frega artificiali in un laghetto e poi trasportarli sulle rive del Garda in un contesto protetto dai predatori di uova, come uccelli e altri pesci. I risultati verranno presentati dopodomani, ma le anticipazioni sono incoraggianti. «Innanzitutto le freghe - spiega il presidente Maurizio Scamigliati – sono state create posizionando della juta sul fondo di cassette di plastica del tipo usato nei mercati ortofrutticoli, riempiendole poi con circa due centimetri di ghiaia fine e setacciata». Allineate l’una accanto all’altra in acqua bassa, alle cassette si è pensato anche di aggiungere dei «flebili sistemi di illuminazione» per attrarre i riproduttori nelle ore notturne, e sembra che la soluzione abbia fatto la differenza. Già due giorni dopo il loro posizionamento in un laghetto di pesca sportiva ad Alpo di Villafranca dove dimorano numerosi esemplari adulti, le cassette risultavano caricate abbondantemente di uova: «I letti di frega carichi di uova fecondate - continua Scamigliati - sono stati trasferiti il 6 giugno sul lago, sfruttando il clima fresco della sera, e in seguito protetti da strutture contro le predazioni». SETTE GIORNI dopo, ecco la schiusa: «Calcolando che ogni femmina depone circa 1500 uova - spiega Scamigliati – si suppone di averne fatte schiudere nel lago circa 2 milioni». Alla nascita, gli avannotti non superano i 2 millimetri, ma l’accrescimento durante l’estate è rapido: «utte le uova si sono schiuse e il prossimo anno ripeteremo gli esperimenti: la speranza è che l’alborella possa tornare a proliferare come quando popolava il lago».

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