«Non perdiamo questo treno»: è il grido dei rappresentanti di Forza Italia che chiamano così a raccolta la politica, locale e non, per sostenere il progetto della nuova stazione Tav del lago di Garda. Nel merito esiste uno studio di fattibilità, richiesto dal Cipe (su pressing di Regione Lombardia) nel 2017 e poi realizzato nel 2018: sul piatto due ipotesi progettuali, la soluzione Ovest e la soluzione Est. La prima, quella giudicata più realistica, prevede la nuova stazione a un paio di chilometri dal casello A4 di Sirmione, in mezzo ai vigneti di San Martino e tra le località Armea, Pergola e Morone, a cui verrebbe affiancata anche una fermata per la linea storica, nuovi parcheggi e viabilità, una stazione per i bus, pista ciclabile e bike park. Si stimano lavori per almeno 30 mesi e un costo totale di oltre 57 milioni e mezzo di euro: la soluzione Est, a Pozzolengo, ne costerebbe un pò meno (circa 35) ma senza una seconda fermata per la linea storica e un numero inferiore di passeggeri previsti (1.330 al giorno contro i 2.120, regionali compresi, della soluzione Ovest). In tal senso Forza Italia annuncia la nascita di un coordinamento per spingere verso la realizzazione dell’opera: per questo ieri mattina è scesa in campo la «cavalleria», i sindaci Roberto Tardani (Lonato) e Paolo Bellini (Pozzolengo), la consigliera regionale e presidente della Commissione trasporti Claudia Carzeri, l’assessore regionale Alessandro Mattinzoli; con loro anche il sindaco di Desenzano Guido Malinverno «a nome di tutto il centrodestra». Il problema è noto: dal 2026, con la messa in esercizio della Tav Brescia-Verona, i treni veloci non passeranno più sulla linea storica, né tanto meno fermeranno più a Desenzano. «La Tav già attraversa il Garda, guardate i cantieri - ha detto Roberto Cavaliere, coordinatore di Forza Italia Desenzano - e l’unica cosa da fare, ora, è trarne vantaggio e non farci scavalcare e basta. Senza la fermata il Garda sarebbe tagliato fuori, perderebbe economia e turisti: la nuova stazione invece servirà non solo la provincia di Brescia, ma anche quelle di Verona, Mantova e Cremona». Sulla fattibilità, ha poi detto Carzeri «sono in contatto con il commissario straordinario Vincenzo Macello e ci sono buone possibilità: ora serve il finanziamento del Ministero, e un po’ di pressione politica». Certo qualche dubbio rimane: come e quando verrà inserita la «variante stazione» nel cantiere dell’alta velocità? E non si potrebbe invece pensare, vista l’interoperabilità delle due linee, di deviare qualche treno veloce sulla linea storica, con fermata a Desenzano nella stazione appena ristrutturata (per 2 milioni) risparmiando soldi e suolo? «Parliamo di una scelta strategica, che deve guardare oltre: la stazione del Garda sarà a servizio di tanti Comuni e funzionerà insieme a quella esistente - spiega il sindaco Malinverno - sarà poi Rfi a decidere se qualche treno veloce potrà fermare anche a Desenzano».•. © RIPRODUZIONE RISERVATA