GARDA

Emergenza idrica: "Il Governo nomini presto un commissario"

di Luciano Scarpetta
La situazione attuale del lago di Garda è ben peggiore rispetto a quella di dodici mesi fa. Ma il vero problema ora "non trovare è trovare nuovi fonti ma consumare meno acqua"
La siccità sul lago di Garda
La siccità sul lago di Garda
La siccità sul lago di Garda
La siccità sul lago di Garda

Ci siamo. Tra pochi giorni come tradizione, prenderà il via la stagione irrigua ma nella zona del Lago di Garda, da cui dipendono il rifornimento di canali e campi coltivati a sud delle colline moreniche nel Mantovano, non c’è molto da attingere. La fotografia infatti è decisamente peggiore di 12 mesi fa quando il più grande lago italiano dall’alto dei suoi +107 cm sopra lo zero idrometrico di Peschiera, poteva garantire al 30 marzo 2022 approvvigionamenti idrici dignitosi per i Consorzi di Valle: fabbisogni praticamente impossibili da garantire alla data odierna con un lago a +49 cm.

Il vertice

Per questo motivo, domani 31 marzo, alle 11.30 con la regia della Comunità del Garda, nel sottotetto della Caserma di artiglieria Porta Verona a Peschiera, si consumerà un nuovo vertice, dopo quello del 14 febbraio scorso, per definire collegialmente una linea d’azione condivisa. Presenti il nuovo direttore ad interim di Aipo Gianluca Zanichelli), accompagnato nell’occasione dal dirigente per l’area gardesana Gaetano La Montagna. Tavolo partecipato dai rappresentanti dei Consorzi di Valle, dei sindaci delle tre regioni benacensi, oltre ovviamente al vice presidente della Comunità del Garda Filippo Gavazzoni con il segretario generale Pierlucio Ceresa, Annalisa Baroni (delegata per la presidenza) e il referente Bruno Frazzini. Sarà a tutti gli effetti un incontro chiarificatore (a porte chiuse) durante il quale si proveranno a definire «buone pratiche» (questo è l’auspicio) per gestire l’emergenza idrica.

La situazione

Si sperava durante i mesi autunnali ed invernali nell’arrivo delle piogge, ma al 2022 le piogge cadute sono state il 36% in meno della media, un «buco nell’acqua» che per la Lombardia vale ben 10 miliardi di metri cubi a cui devono necessariamente sommarsi i primi due mesi del 2023 quando sono venuti a mancare altri 2 miliardi di metri cubi di acqua sotto forma di pioggia e di neve. «La situazione attuale deve essere gestita e condivisa con oculatezza – premette il segretario generale della Comunità del Garda Pierlucio Ceresa -: siamo arrivati al punto che bisogna ragionare con schemi completamente diversi rispetto al passato, anche perché adesso il problema non è trovare e avere più acqua, ma consumarne meno».

A questo proposito saranno preziose le indicazioni del prossimo commissario straordinario che prima o poi dovrà essere nominato dal Governo. «Non c’è ancora – sottolinea Ceresa – e anche l’altro giorno nel Consiglio dei Ministri non è stato affrontato questo tema. Pare che le riserve (sul nome di Salvini) siano all’interno della maggioranza. Come peraltro aveva affermato la settimana scorsa la presidente della Comunità del Garda Mariastella Gelmini, auspichiamo che il Governo vista la situazione, decida in fretta di nominarlo. Nello specifico del Garda dovrà affrontare i problemi tenendo conto che la risorsa idrica riguarda tutti gli usi plurimi e le diverse situazioni compresa anche l’ittiofauna e l’habitat in generale». «Del resto – continua la disamina di Ceresa – noi siamo nati per salvaguardare il lago di Garda in un quadro unitario e per questo abbiamo a cuore il suo futuro che rispetto a 50 anni fa, deve tenere conto anche del suo sviluppo economico e dei cambiamenti climatici. Siamo già a fine marzo e che io ricordi a questa data il Garda non ha mai registrato situazioni di questo tipo. Tutti a breve reclameranno acqua, non solo il comparto agricolo, ma bisognerà tenere conto non solo degli usi turistici, dove peraltro non si “consuma” l’acqua, ma anche e soprattutto di quelli idripotabili».

 

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