Eremo di San Valentino, la clausura è finita

di Luciano Scarpetta
L’eremo di San Valentino alle pedici del monte Comer di GargnanoSmottamenti dei mesi scorsi
L’eremo di San Valentino alle pedici del monte Comer di GargnanoSmottamenti dei mesi scorsi
L’eremo di San Valentino alle pedici del monte Comer di GargnanoSmottamenti dei mesi scorsi
L’eremo di San Valentino alle pedici del monte Comer di GargnanoSmottamenti dei mesi scorsi

Dopo cinque mesi di clausura l’eremo di San Valentino, a Gargnano, è di nuovo raggiungibile. Sono infatti tornati percorribili i due trafficatissimi tracciati, il numero 30 e 31, che da località Pizzo conducono a Sisengla e dall’eremo, attraverso una spettacolare mulattiera a picco sul lago, verso la frazione di Sasso. Così come tutti gli altri tracciati minori utilizzati dagli escursionisti più esperti per arrivare alla chiesetta costruita nel 1650 dai sopravvissuti alla peste del 1630, che si erano rifugiati tra queste rocce a circa 700 metri di altezza, alle pendici del monte Comer, per sfuggire al contagio. LA FRANA. Il 7 novembre un blocco lapideo di circa 6 metri cubi si staccò dalle pendici occidentali del monte precipitando a valle fino alle spalle di Gargnano, arrestandosi sul greto di un torrente dopo aver lambito pericolosamente alcune case. Dopo il rientro dei residenti nelle abitazioni prudenzialmente sgomberate, in questi mesi sono stati perfezionati i lavori di disgaggio in parete, così come la pulizia e il disbosco del materiale instabile sul versante, parte del quale era franato proprio sul sentiero a poche decine di metri dall’eremo, impedendo l’accesso agli escursionisti. E adesso, a lavori completati, l’ordinanza è stata revocata. «In ogni caso - fanno sapere dal municipio di Gargnano - proprio perché la sentieristica ricade in un’area a elevato rischio idrogeologico, si raccomanda di adottare sempre le precauzioni del caso - caschi di protezione compresi - secondo quanto impongono le pratiche alpinistiche di frequentazione degli ambienti montani». Tutto l’intrecciarsi di sentieri che si srotolano tra le pareti rocciose del monte Comer è inserito nella frequentatissima rete a mezza costa della bassa via del Garda, la direttrice utilizzata in passato dagli antichi romani per raggiungere il vicino trentino e che negli ultimi anni sta vivendo una seconda giovinezza grazie anche alla gara internazionale di corsa in montagna da Salò a Limone. Anche per questo motivo i comuni hanno recepito l’importanza del «messaggio» non solo sportivo di una manifestazione che ogni anno è sempre più partecipata, per far conoscere il territorio, valorizzarlo, preservarlo e mantenerlo vivo. Non è infatti un caso che da gennaio 2020 inizieranno i lavori di manutenzione della bassa via, così come dei muretti a secco che delimitano le balze dei sentieri. Ci sono 250mila euro stanziati dalla Comunità Montana dell’Alto Garda Bresciano su finanziamenti regionali. Da queste parti si vive di turismo anche così. Non solo con il lago, la spiaggia e l’ombrellone. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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