Fario preistoriche Dalla Valvestino rispunta il ceppo

di L.SCA.
Uno dei cartelli «non calpestate le trote» sul torrente Toscolano
Uno dei cartelli «non calpestate le trote» sul torrente Toscolano
Uno dei cartelli «non calpestate le trote» sul torrente Toscolano
Uno dei cartelli «non calpestate le trote» sul torrente Toscolano

Sempre nell’incubatoio sociale in valle delle Camerate a Toscolano, si sta cercando di isolare il ceppo di un altro tipo di trota autoctona, un salmonide proveniente dalla Val di Vesta, in Valvestino). UN’ALTRA intrigante scommessa ecologica da vincere nel territorio del Parco alto Garda, iniziata nell’inverno 2018 tra le limpide acque dei ruscelli nella «wilderness» sulla sponda occidentale della diga artificiale. Qui si sono avventurati i ricercatori per prelevare esemplari di piccole trote fario, ceppi «preistorici» di una specie a rischio estinzione: i quindici esemplari catturati sono stati portati nell’incubatoio dell’associazione Zps «La Fario» in valle delle Cartiere per la riproduzione e il successivo reinserimento in natura. La spedizione ha coinvolto gli associati di Toscolano e i tecnici Ersaf, guidati dagli ittiologi Antonella Maria Anzani e Alessandro Marieni, ricercatori del Csba di Erba, con Angelo Modina della Vrm di Toscolano per le riprese video. L’area è all’interno della foresta regionale Gardesana Occidentale, nel territorio di Gargnano, dove la morfologia e la lontananza dai centri abitati, rendono questi luoghi incontaminati. «È in queste zone - spiega Paolo Marai della Zps La Fario - che sopravvivono nei piccoli tributari di acqua, gli esemplari più antichi delle trote che popolavano il torrente Toscolano prima della costruzione della diga». Grazie invece agli ittiologi di Erba, è stata effettuata una campionatura genetica, mitocondriale e nucleare. •

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