SCUOLE

«Finalmente insieme»: e la profe si commuove al liceo Bagatta di Desenzano

di Silvia Avigo
Al liceo Bagatta di Desenzano un po’ di preoccupazione iniziale, poi ogni timore si scioglie e possono riprendere tutte le attività Ma i ragazzi non possono nascondere i problemi: la «reclusione sociale» genera un fortissimo stress
Liceo Bagatta di Desenzano
Liceo Bagatta di Desenzano
Liceo Bagatta di Desenzano
Liceo Bagatta di Desenzano

Con un po’ di ansia ma anche tantissima voglia di incontrare compagni ed insegnanti. Questo lo stato d’animo degli studenti che ieri mattina hanno varcato i cancelli del liceo Bagatta di Desenzano: un ritorno in presenza al 50% che per questa settimana ha riguardato il liceo linguistico, quello delle scienze umane e le classi seconde e terze A-C del classico.

«Eravamo pronti per fronteggiare tutti gli scenari possibili - ha spiegato il dirigente scolastico Francesco Mulas -. Per questo nonostante il brevissimo preavviso siamo riusciti ad inviare già sabato la comunicazione alle famiglie. A preoccupare è ora lo stato psicologico dei ragazzi, in particolare tra i più giovani e i cui effetti purtroppo saranno ancor più visibili nei mesi a venire. Ho fatto un giro tra le classi e respirato un’atmosfera positiva, un generale senso di sollievo, spero si possa proseguire almeno così fino alla fine dell’anno».

E gli insegnanti? Tutti d’accordo nel ritenere che in presenza «è un’altra cosa» soprattutto per certe materie e anche che ieri l’emozione è stata forte come nel caso di una prof di chimica: «Mi sono commossa, all’inizio la mia voce era spezzata, i ragazzi se ne sono accorti e io non ho fatto nulla per nasconderlo».

La giornata ieri era grigia: nell’attesa dell’apertura dei cancelli tra i ragazzi la preoccupazione era palpabile, mentre diversamente all’uscita i volti erano più distesi e sorridenti: «È andato tutto bene, i professori si sono dimostrati comprensivi visto il poco tempo di preavviso ed oggi abbiamo svolto un solo compito in classe d’italiano - ha spiegato Aurora iscritta al quarto anno del linguistico - Ritrovare i volti familiari, il contatto con i compagni è stato meraviglioso. Non ho vissuto bene questo periodo di chiusura e sono preoccupata per due amiche ricoverate in ospedale per disturbi alimentari».

Depressione, ansia, stress e insonnia che possono sfociare in vere e proprie patologie, queste le conseguenze della «reclusione sociale» imposta alle giovani generazioni e che al Bagatta si è cercato di fronteggiare potenziando lo sportello di ascolto e offrendo loro strumenti per reagire alla crisi attraverso nuovi progetti in sinergia col Comune: «Ultimamente avevo voglia solo di dormire e soffrivo di emicrania e non nascondo che all’ingresso ho provato un po’ d’ansia - ha raccontato Giulia, classe seconda delle scienze umane - Appena entrata in classe ogni sensazione negativa è passata e anche se ci hanno caricato di verifiche ora ho solo voglia di mettermi al lavoro».

 

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