Con un po’ di ansia ma anche tantissima voglia di incontrare compagni ed insegnanti. Questo lo stato d’animo degli studenti che ieri mattina hanno varcato i cancelli del liceo Bagatta di Desenzano: un ritorno in presenza al 50% che per questa settimana ha riguardato il liceo linguistico, quello delle scienze umane e le classi seconde e terze A-C del classico.
«Eravamo pronti per fronteggiare tutti gli scenari possibili - ha spiegato il dirigente scolastico Francesco Mulas -. Per questo nonostante il brevissimo preavviso siamo riusciti ad inviare già sabato la comunicazione alle famiglie. A preoccupare è ora lo stato psicologico dei ragazzi, in particolare tra i più giovani e i cui effetti purtroppo saranno ancor più visibili nei mesi a venire. Ho fatto un giro tra le classi e respirato un’atmosfera positiva, un generale senso di sollievo, spero si possa proseguire almeno così fino alla fine dell’anno».
E gli insegnanti? Tutti d’accordo nel ritenere che in presenza «è un’altra cosa» soprattutto per certe materie e anche che ieri l’emozione è stata forte come nel caso di una prof di chimica: «Mi sono commossa, all’inizio la mia voce era spezzata, i ragazzi se ne sono accorti e io non ho fatto nulla per nasconderlo».
La giornata ieri era grigia: nell’attesa dell’apertura dei cancelli tra i ragazzi la preoccupazione era palpabile, mentre diversamente all’uscita i volti erano più distesi e sorridenti: «È andato tutto bene, i professori si sono dimostrati comprensivi visto il poco tempo di preavviso ed oggi abbiamo svolto un solo compito in classe d’italiano - ha spiegato Aurora iscritta al quarto anno del linguistico - Ritrovare i volti familiari, il contatto con i compagni è stato meraviglioso. Non ho vissuto bene questo periodo di chiusura e sono preoccupata per due amiche ricoverate in ospedale per disturbi alimentari».
Depressione, ansia, stress e insonnia che possono sfociare in vere e proprie patologie, queste le conseguenze della «reclusione sociale» imposta alle giovani generazioni e che al Bagatta si è cercato di fronteggiare potenziando lo sportello di ascolto e offrendo loro strumenti per reagire alla crisi attraverso nuovi progetti in sinergia col Comune: «Ultimamente avevo voglia solo di dormire e soffrivo di emicrania e non nascondo che all’ingresso ho provato un po’ d’ansia - ha raccontato Giulia, classe seconda delle scienze umane - Appena entrata in classe ogni sensazione negativa è passata e anche se ci hanno caricato di verifiche ora ho solo voglia di mettermi al lavoro».