«Galleria Tav, ora il costo può salire del 30%»

I cantieri preparatori della Tav a Lonato: nessuna offerta per il tunnel
I cantieri preparatori della Tav a Lonato: nessuna offerta per il tunnel
I cantieri preparatori della Tav a Lonato: nessuna offerta per il tunnel
I cantieri preparatori della Tav a Lonato: nessuna offerta per il tunnel

Potrebbe subire un aumento fino al 30% l’importo dei lavori di costruzione della prevista galleria della Tav fra Lonato e Desenzano: sarebbero 60 milioni di euro in più rispetto ai 204 milioni Iva esclusa della base d’asta prevista dal bando scaduto sabato scorso, andato deserto per mancanza di offerte da parte delle imprese di costruzione. Lo riferiscono a Bresciaoggi fonti molto vicine al dossier. Ci sarebbe infatti un motivo economico, l’importo dei lavori considerato troppo basso, se nessuna società ha alzato un dito per accaparrarsi uno degli appalti per opere pubbliche più ricchi che ci siano sul tavolo oggi in Italia. E ADESSO? La cosa certa è che il consorzio per l’alta velocità CepavDue, che gestisce il progetto, dovrà redigere un nuovo bando. Con due conseguenze. La prima: allungare i tempi tecnici di realizzazione della Tav Brescia-Verona di almeno altri almeno 4 mesi (ma c’è chi dice 8). Il precedente bando, infatti, oltre al tempo per redigerlo e trasmetterlo per la pubblicazione, era uscito il l 26 luglio, con scadenza il 4 ottobre, poi posticipata al 19, oltre ai successivi tempi di verifica e di aggiudicazione se non fosse andato deserto. Tempi che probabilmente si replicheranno col prossimo bando. La seconda: il probabile ricalcolo del valore dei lavori a base d’asta, con ritocco che gli esperti valutano nel 30%. Nessuna impresa infatti si sarebbe lasciata sfuggire un simile appalto se il «gap» tra la domanda e l’offerta fosse stato di una misura percentualmente trascurabile. Intanto il 5 novembre scadrà anche il secondo bando, quello per la galleria di San Giorgio in Salici a Sona, sul versante veneto della Tav: 147 milioni Iva esclusa a base d’asta. Se anche quella andasse deserta (ma si vedrà) bisognerà farsi delle domande. Ne pone alcune, in una nota diffusa ieri, Dario Balotta di Europa Verde: «Mesi fa una grande impresa come Pizzarotti, fra i soci di CepavDue, parlava di chiedere i danni allo Stato per i ritardi della Tav. Ma ora a chi mettere in conto questo ennesimo ritardo? In realtà - sostiene Balotta - la vicenda è il risultato di meccanismi di gara obsoleti, che diversamente dalle regole chiare di altri Paesi europei, non permettono di velocizzare le opere e favoriscono un far west negli appalti ai danni delle casse pubbliche. Questo stallo - conclude Balotta - apre la possibilità di una revisione radicale del progetto, quadruplicando i binari esistenti con fermata sul Garda, per renderlo utile sia ai treni veloci sia alle merci e ai pendolari». •

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