Gardesana, il
«lato oscuro»
del cicloturismo

di Luciano Scarpetta
In galleria senza fanali: scene quotidiane nel  «Meandro» della 45 BisCiclisti pedalano affiancati: sarebbe vietato dal Codice della strada
In galleria senza fanali: scene quotidiane nel «Meandro» della 45 BisCiclisti pedalano affiancati: sarebbe vietato dal Codice della strada
In galleria senza fanali: scene quotidiane nel  «Meandro» della 45 BisCiclisti pedalano affiancati: sarebbe vietato dal Codice della strada
In galleria senza fanali: scene quotidiane nel «Meandro» della 45 BisCiclisti pedalano affiancati: sarebbe vietato dal Codice della strada

In alto Garda sono stati spesi fior di milioni per attrarre il cicloturismo e far diventare il lago una meta prediletta per chi viaggia in sella alla fedele due ruote. Non si può dire che qui i ciclisti non siano i benvenuti. Ma oltre ai tanti che sono responsabili e corretti, ce ne sono altrettanti che cadono nello stereotipo: non pedalano in fila indiana ma affiancati, occupando mezza carreggiata incuranti delle automobili, oppure circolano nelle strette e buie gallerie stradali senza fanalini, catarifrangenti o altri segnalatori luminosi. LA NOTIZIA per fortuna è che non ci sono notizie: nessun incidente particolare. Ma perchè aspettare che ci scappi il morto? Mentre aumentano i cicloturisti sul Garda, aumentano in proporzione anche situazioni di pericolo sulle quali urge sensibilizzazione. Passata la stagione estiva sulla Gardesana, specialmente nel fine settimana, capita sovente di transitare in auto a passo d’uomo per la presenza di numerosi gruppi di ciclisti che creano intralcio, spesso procedendo affiancati o non proprio a bordo strada. Purtroppo la 45 bis «Gardesana occidentale» tra Salò e Riva è un percorso obbligato e senza alternativa di collegamento verso il Trentino o il basso lago, e magari sarebbe utile ricordare cosa dice il codice della strada: «I ciclisti devono procedere su unica fila in tutti i casi in cui le condizioni della circolazione lo richiedano e, comunque, mai affiancati in numero superiore a due; quando circolano fuori dai centri abitati devono sempre procedere su unica fila, salvo che uno di essi sia minore di anni dieci e proceda sulla destra dell’altro». Capita dunque come il mese scorso nel tratto di Toscolano Maderno, che qualche incosciente sabotatore cosparga la carreggiata di puntine da disegno per forare le gomme ai ciclisti: una «guerra» che andrebbe evitata. NEL TRATTO che segue a nord di Gargnano poi, dove iniziano le gallerie, molte sono le segnalazioni di automobilisti su bici che transitano nei tunnel quasi invisibili: solo pochi indossano giubbetti catarifrangenti e si segnalano con la luce rossa posteriore. Situazione preoccupante nelle gallerie del «Meandro», tunnel inaugurati nel 1931 appena scarsamente illuminati, con finestroni sul lago che costringono gli automobilisti a esercizi visivi supplementari per scorgere i ciclisti nella penombra. I rimedi? Come sempre accade in casi come questi l’unica ricetta sarebbe il buon senso. E magari perché no, installare dei cartelli informativi in prossimità delle gallerie che indichino l’equipaggiamento necessario. •

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