Cambiare le abitudini dopo che per tanti anni «si è sempre fatto così» non è certo facile. Se ne sta accorgendo l’Amministrazione di Desenzano dopo aver messo in campo un progetto per riaprire i Centri sociali in sicurezza, cercando anche di allargare il bacino di anziani che li frequenta, ma ritrovandosi al centro della polemica. Ampliare l’offerta con nuove attività di svago, ricreative e culturali per favorire la socializzazione e combattere la solitudine, inserire nuovi servizi, il tutto con una nuova gestione affidata (al costo di 63mila euro) alle cooperative La Sorgente e Gli Elefanti Volanti, in collaborazione col Comitato promotore dei centri sociali e gli Amici della Musica. Questo la «ricetta», in fase sperimentale fino al 31 dicembre, messa sul piatto dai Servizi sociali all’apertura dei centri il 6 agosto, con l’obiettivo di gestire i centri in linea con le norme anti Covid e soprattutto per coinvolgere più anziani: ad oggi su una popolazione over 60 intorno alle 7mila unità, sono solo un centinaio i partecipanti tra tutti e 4 i centri. Come dicevamo prima, i buoni propositi non sempre bastano ed oltre ad una raccolta firme di protesta contro la nuova gestione, il Comitato promotore è appeso ad un filo: sceso da 10 a 7 membri basterà ancora una sola defezione (già nell’aria) per costringere l’assessore a rifare tutto e convocare l’Assemblea. Se i 4 rappresentanti del centro di Desenzano e l’unico di Vaccarolo tengono duro, all’appello ne mancano due su tre a Rivoltella, mentre due sono le dimissioni di San Martino delle quali una non è stata accolta perché incompleta, ma che presto potrebbe essere ripresentata. Il capogruppo Pd Maurizio Maffi ha sollevato la questione nell’ultimo consiglio: «Non sono contrario ad una gestione che riordini le attività facendo rispettare le regole, ma credo che servano sensibilità e comprensione che passano attraverso una condivisione che purtroppo è completamente mancata. Gli operatori sono rigidi e non hanno empatizzato - ha proseguito il consigliere - Cosa ben più grave, i nostri anziani non conoscono il volto dell’assessore, la sua presenza è indispensabile almeno in una fase così delicata». Ribatte l’assessore Annalisa Colombo: «Ogni forma di cambiamento incontra resistenze per via di abitudini consolidate, per definire il come procedere dopo la fase sperimentale abbiamo istituito anche un tavolo con enti e fondazioni tra cui la Sant’Angela Merici e la Garda Salus. Con 12 riunioni di confronto, non si può dire che non c’è stata condivisione sul percorso». •. © RIPRODUZIONE RISERVATA