Gli rubano la macchina ma non se ne accorge La Polizia gliela riporta

L’auto abbandonata dal ladro dopo un incidente e ritrovata dai vigili
L’auto abbandonata dal ladro dopo un incidente e ritrovata dai vigili
L’auto abbandonata dal ladro dopo un incidente e ritrovata dai vigili
L’auto abbandonata dal ladro dopo un incidente e ritrovata dai vigili

Si è accorto del furto della sua auto solamente quando gli agenti della Polizia locale della Valtenesi hanno bussato alla sua porta: la vettura, una Suzuki Jimny, era stata appena ritrovata (incidentata e per questo abbandonata) nella zona della Pieve di Manerba. SOLO DA POCHE ORE gliela avevano portata via dal parcheggio sotto casa, a Balbiana, senza che lui si accorgesse di nulla: la buona notizia è che a pochi giorni dall’accaduto è stato individuato anche l’autore del furto, un giovane residente in zona che è stato solo denunciato a piede libero, e non arrestato, perché è mancata la flagranza di reato (così dice la legge). LE INDAGINI, coordinate dal comandante Massimo Landi, si sono concluse positivamente (e in tempi rapidi) grazie ai filmati ripresi dalle telecamere di videosorveglianza, sparse in tutto il paese e sempre controllate dalla centrale operativa di via Valtenesi. Inizialmente si pensava a un incidente e basta: una volta trovata l’auto, e verificato chi fosse il proprietario, gli agenti sono andati a casa sua per chiedere spiegazioni. Di fronte all’evidenza, il padrone del mezzo è come trasalito di sincero stupore: non sapeva nulla del furto dell’auto, anche perché non aveva fatto in tempo ad accorgersene, e pensava che la Suzuki fosse ancora parcheggiata fuori casa. Da qui sono subito scattati gli accertamenti per il furto, come detto risolti in pochi giorni: individuato il ladro, gli agenti l’hanno raggiunto a casa e poi portato al comando. FACCIA A FACCIA con le sue responsabilità, e con prove schiaccianti, il giovane non ha potuto fare altro che ammettere le sue colpe: ha rubato l’auto e poi l’ha abbandonata dopo un incidente. Come da Codice penale, ora rischia da 6 mesi a 3 anni di reclusione (e una salatissima sanzione). Il caso è chiuso: «Ci tengo a ribadire – chiosa il comandante Landi – che le indagini si sono concretizzate grazie al contributo fondamentale delle telecamere di sorveglianza». Della serie «attenti a quel che fate: noi vi vediamo».

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