I comitati: «Ma ora vogliamo più trasparenza»

di V.R.
I comitati invocano più trasparenza sulla mega infrastruttura
I comitati invocano più trasparenza sulla mega infrastruttura
I comitati invocano più trasparenza sulla mega infrastruttura
I comitati invocano più trasparenza sulla mega infrastruttura

Il coordinamento dei comitati No Tav Brescia-Verona ha firmato due esposti per chiedere alle autorità le «opportune verifiche» su alcuni aspetti cruciali dei futuri, anzi imminenti, lavori di realizzazione dell’alta velocità fra Calcinato, Lonato e Desenzano. UN PRIMO esposto è stato inviato sia all’Ats di Brescia come autorità sanitaria, sia al Nucleo operativo ecologico dei carabinieri sulla questione delle terre di scavo: fra 750 mila e 800 mila metri cubi di materiali deriveranno dal solo scavo di 4,8 chilometri della galleria naturale di Lonato (quella da realizzare con la famosa «talpa»), inevitabilmente contaminati da agenti condizionanti e lubrificanti, venendo ad essere classificati come rifiuti speciali. «CHE FINE FARANNO questi materiali? - chiedono i No Tav -. È l’equivalente della capienza di una discarica di medie dimensioni. Sappiamo che al cantiere di Campagna è prevista un’area di 34 mila mq per lo stoccaggio intermedio e il trattamento di queste terre, ma come avverrà, con quali garanzie per l’ambiente e soprattutto dove poi si svolgerà lo smaltimento definitivo, tutto questo non si sa». Altro punto, oggetto di un altro esposto all’Ats: «La conformità alle norme sanitarie e di sicurezza del cantiere logistico a Lonato, con alloggi da campo per 240 operai. Chiediamo - dicono i No Tav - che l’autorità sanitaria vada sul posto a verificare se tutto sia sicuro, compreso il passaggio dei residenti della zona». Su tutto, una domanda di trasparenza: «Dopo mesi dai primi bandi d’appalto, non sappiamo ancora nulla su chi svolgerà lavori per centinaia di milioni di euro pagati coi soldi dei cittadini, che hanno il diritto di sapere». •

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