I «No Tav» chiedono il Daspo per l’assessore

di Alessandro Gatta
Gli attivisti «No Tav» hanno contestato ieri il Daspo a loro caricoLo striscione esposto a Lonato che ha innescato il parapiglia
Gli attivisti «No Tav» hanno contestato ieri il Daspo a loro caricoLo striscione esposto a Lonato che ha innescato il parapiglia
Gli attivisti «No Tav» hanno contestato ieri il Daspo a loro caricoLo striscione esposto a Lonato che ha innescato il parapiglia
Gli attivisti «No Tav» hanno contestato ieri il Daspo a loro caricoLo striscione esposto a Lonato che ha innescato il parapiglia

Un Daspo urbano anche per l’assessore alla sicurezza Roberto Vanaria. E poi le sue dimissioni immediate. Sono queste le richieste avanzate ieri pomeriggio dagli attivisti «No Tav», protagonisti del movimentato convegno di giovedì sera a Lonato, organizzato da Coldiretti in municipio come anteprima della Fiera: la serata si è conclusa con l’intervento della Polizia locale, e il giorno successivo con le prime tre notifiche di Daspo ad altrettanti residenti, mentre le altre dieci (per i non residenti) sono in arrivo. I «DASPATI» per 48 ore non potranno avvicinarsi alla Fiera e al centro storico. Ma i «No Tav» in particolare contestano la ricostruzione del Comune: in un comunicato, il municipio aveva fatto sapere di come gli attivisti fossero entrati in Sala Celesti «disturbando il convegno in corso, pronunciando frasi sulla vendita di terreni per la costruzione della Tav ed esibendo striscioni e bandiere, tediando le 200 persone in sala, ostacolando il regolare svolgimento dell’incontro». Tutto falso, ribattono i «No Tav»: «In Comune siamo entrati con uno striscione e una bandiera, e in silenzio e dunque non abbiamo interrotto o disturbato nessuno. È stato il sindaco a dirci di andarcene, nonostante l’assemblea fosse pubblica, e poi sono stati alcuni esponenti di Coldiretti a volerci censurare, coprendo il nostro striscione. Solo in quel momento abbiamo alzato la voce, scatenando la reazione dell’assessore Vanaria che prima ci ha aggredito verbalmente e poi fisicamente, ci ha spintonato e strappato lo striscione, ha quasi dato un pugno a un militante. Il Comune ci dipinge come dei violenti, quando l’unico violento è stato un membro della giunta. Per questo valuteremo anche noi l’eventualità di rispondere per vie legali, e non escludiamo una denuncia da parte di chi ha subito l’aggressione». Nella pratica però tre Daspo sono già operativi, e altri presto lo saranno: all’obbligo di allontanamento del centro si aggiunge la sanzione di 100 euro a testa. «Abbiamo già attivato una raccolta fondi per coprire le spese - continuano i «No Tav» - ma non ci facciamo intimidire: presto ci mobiliteremo con altre iniziative per difendere il diritto al dissenso. A Lonato la Tav è un nervo scoperto: questo spiega la celerità dei Daspo, e il silenzio con cui invece è stato trattato il sequestro penale delle aree in cui il Comune aveva dato disponibilità a ospitare i cantieri dell’alta velocità». «Il Daspo urbano - replica l’assessore Vanaria - è stato applicato su disposizione del comandante Luisa Zampiceni a tutti i partecipanti alla protesta, per disturbo di un evento collettivo». L’applicazione del Daspo urbano implica l’allontanamento per 48 ore dalla Fiera: i non residenti invece non potranno avvicinarsi al centro e al municipio. Se l’ordine non verrà rispettato, scatteranno le segnalazioni alla Questura, l’immediato allontanamento dal territorio comunale e un’altra multa, fino a 900 euro. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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