Il cacciatore di
mostri sulle
orme di Bennie

di Luciano Scarpetta
Il biologo e pescatore estremo Jeremy Wade con uno dei tanti «mostri» catturati e poi liberati per la trasmissione «River Monsters»
Il biologo e pescatore estremo Jeremy Wade con uno dei tanti «mostri» catturati e poi liberati per la trasmissione «River Monsters»
Il biologo e pescatore estremo Jeremy Wade con uno dei tanti «mostri» catturati e poi liberati per la trasmissione «River Monsters»
Il biologo e pescatore estremo Jeremy Wade con uno dei tanti «mostri» catturati e poi liberati per la trasmissione «River Monsters»

Dopo aver catturato piranha giganti, pesci mangiatori di uomini e squali, Jeremy Wade, biologo e pescatore estremo d’acqua dolce diventato una sorta di leggenda grazie al programma «River Monsters», è pronto ad approdare sul Garda per conto della Bbc. Ovviamente sulle tracce di «Bennie», il fantomatico mostro del lago. Tra qualche settimana, tra la fine di settembre e l’inizio ottobre, Wade e la sua squadra saranno impegnati nelle riprese di una puntata interamente dedicata ai misteri che si annidano sui fondali del più grande lago italiano e che farà parte della nuova serie che verrà trasmessa a partire dal 2019. L’indiscrezione è di Angelo Modina, patron della Vrm di Toscolano Maderno, società di produzioni pubblicitarie e sportive, documentari e reportage. «Quando siamo stati contattati una decina di giorni fa pensavamo inizialmente a una burla - racconta - ma dopo avere incontrato la referente italiana del programma abbiamo capito che era tutto vero. Faremo da supporto alla troupe per la realizzazione della puntata». Per il mostro del lago di Garda le porte del successo televisivo si spalancarono nel novembre 2012, quando le telecamere di Italia Uno giunsero in riva al lago guidate da Marco Berry per realizzare una puntata di «Mistero». E a quel punto l’ingresso nello star system di Bennie divenne ufficiale. Prima di allora c’erano già state le apparizioni» datate XVI secolo e raccontate dallo storico Grattarolo, che riferì dei tanti avvistamenti dei monaci dell’Isola Borghese, «terrorizzati da ciò che viveva sott’acqua in grotte buie», qualche tentativo di riportarlo alla ribalta da parte di Andrea Torresani e il presunto avvistamento nelle acque di Punta San Vigilio a Garda nell’estate del 1965, da parte di un manipolo di turisti stranieri. Durante le riprese di Italia Uno, realizzate in acqua dai Deep Explorers di Toscolano Maderno nei pressi dell’Isola del Garda, a 50 metri di profondità furono individuati dei buchi di 40 centimetri di diametro simili ai «forami», le tipiche tane scavate nel fango dalle anguille, ma molto, molto più grandi. L’EPISODIO catturò la curiosità anche della tedesca Zdf, la più importante tv pubblica tedesca, che confezionò un reportage dedicato al lago. Nel 2013 si fermarono tre giorni raccogliendo testimonianze su Bennie e in quell’occasione il sonar di Modina captò sui fondali una sagoma «serpentiforme» di circa 6-7 metri. I biologi tedeschi azzardarono l’ipotesi di uno storione, ma recenti avvistamenti di pesce siluro nel basso lago potrebbero ricondurre a questa seconda ipotesi. «Amici subacquei - conferma Modina - affermano di aver individuato nel basso lago esemplari lunghi anche un paio di metri. Magari sarà proprio Jeremy Wade a risolvere l’enigma». A bordo di una barca lancerà le sue esche nei pressi dell’Isola di Garda e in alcune zone nelle vicinanze di Sirmione. Si attendono inevitabili sviluppi. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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