Il coregone torna a...respirare

È culminato con circa 60 milioni di uova conferiti all’incubatoio ittico di Desenzano il divieto di pesca al coregone nel Garda. «Dopo la proroga, dal 15 al 22 gennaio con l’aggiunta di altre tre uscite in deroga per i professionisti - spiega il commissario della Polizia provinciale di Brescia Dario Saleri - è stata utilizzata dai pescatori solo la giornata di giovedì 16 perché l’incubatoio aveva già raggiunto la saturazione». La pesca in deroga viene autorizzata dalla Regione nel periodo della cosiddetta «frega», quando i pesci si avvicinano alla riva per riprodursi, ed è finalizzata al recupero di uova fecondate da consegnare poi agli incubatoi. In provincia di Brescia sono 38 i pescatori professionisti autorizzati al prelievo. «Tutti - precisa Saleri - hanno dimostrato grande professionalità nelle giornate dedicate alla salvaguardia della specie e i risultati sono stati soddisfacenti». Buone notizie anche alla voce «prevenzione e vigilanza»: al termine del periodo di divieto di pesca emergono solo quattro verbali elevati sulla sponda bresciana del lago (una ventina l’anno scorso), un paio di sequestri di reti «posizionate da dilettanti a circa un metro dalla riva» a San Felice e Dusano a Manerba, un bilancino sequestrato a Gargnano e un guadino a Portese. Nulla a che vedere con i numeri delle stagioni precedenti. «Da Natale in poi - aggiunge Saleri - c’è sempre stata una vigilanza quotidiana in collaborazione con i volontari, in acqua e sulle rive». Il commissario evidenzia infine una novità. «In questa stagione abbiamo riscontrato più attenzione alla salvaguardia della specie ittica grazie alla sinergia con i cittadini - conclude Saleri - che in qualche occasione hanno segnalato potenziali abusi». • © RIPRODUZIONE RISERVATA