Il Garda vince il «jackpot» dei coregoni

di V.R.
Coregoni su un fondale lacustre: bene la campagna ittiogenica
Coregoni su un fondale lacustre: bene la campagna ittiogenica
Coregoni su un fondale lacustre: bene la campagna ittiogenica
Coregoni su un fondale lacustre: bene la campagna ittiogenica

Ha fatto veramente il «pieno» di coregoni il lago di Garda, dove la campagna ittiogenica per la riproduzione artificiale della specie è andata non bene: benissimo. Altrettanto non può dire il lago d’Iseo, dove il bilancio delle uova fecondate e consegnate all’incubatoio di Clusane è circa la metà della media storica: 3 milioni e 200 mila uova pari a 53,8 litri, meno dell’anno scorso con 81,7 litri e più di 5 milioni di uova. «Ma i coregoni ci sono, non è ravvisabile un calo dello stock - spiega Gianluca Cominini del Nucleo ittico venatorio della Provincia -: i problemi sono stati solo climatici e ambientali, legati alle temperature, alla visibilità e alla presenza di limo che ha ostacolato le reti. I pesci ci sono, ma non siamo riusciti a catturarli nei quantitativi previsti». Questo per il lago d’Iseo. SUL BENACO invece è andata alla grande: 54 milioni e 840 mila uova, un bel quantitativo pari alla media storica degli ultimi anni nonostante, anche qui, i capricci del clima. «Le uova consegnate all’Incubatoio di Desenzano - spiega Dario Saleri della Polizia Provinciale - sono abbondanti e di ottima qualità». Milioni di pesci che andranno a ripopolare il Garda, grazie all’impegno straordinario dei pescatori professionisti che hanno contribuito alla cattura e alla spremitura. Dall’alto e medio lago, dove le temperature dell’acqua hanno favorito un periodo di frega anticipato e più lungo rispetto alla sponda sud, è arrivata una quantità eccezionale: 45 milioni e 420 mila uova provengono dalla fascia tra Gargnano e Manerba, passando per Toscolano Maderno e San Felice, dove erano in azione 21 barche di pescatori professionisti accreditati. La classifica vede intesta, per ampio distacco, i «Frans» di Gargnano, al secolo Luca, Marco e Umberto Daminici: la storica famiglia di pescatori gargnanesi ha procurato da sola 16 milioni e 980 mila uova fecondate, quasi un terzo dell’intera campagna ittiogenica. Medaglia d’argento per l’equipaggio Barbieri Bosio, con base al Porto Torchio di Manerba con 3 milioni e 360 mila, bronzo ad Apollonio e Merzari di Maderno con 3 milioni e 330 mila uova. Nel basso Garda, con 7 barche in azione tra Sirmione e Desenzano, il raccolto è in proporzione di tutto rispetto: 9 milioni e 420 mila uova. Spiccano Marco e Giovanni Cavallaro di Desenzano con 2 milioni e 610 mila, Tiziano Lizzeri di Sirmione con 2 milioni 340 mila e Gabriele Righetti con un milione 590 mila uova, ora tutte all’incubatoio per diventare pesci. •

Suggerimenti