Il mistero di quel bambino morto quattromila anni fa

di Alessandro Gatta
Gli scavi archeologici al Lucone, sito palafitticolo dichiarato patrImonio culturale dell’umanità dall’UnescoIl femore del bimbo: non è il primo ritrovamento «anomalo» di ossa infantili
Gli scavi archeologici al Lucone, sito palafitticolo dichiarato patrImonio culturale dell’umanità dall’UnescoIl femore del bimbo: non è il primo ritrovamento «anomalo» di ossa infantili
Gli scavi archeologici al Lucone, sito palafitticolo dichiarato patrImonio culturale dell’umanità dall’UnescoIl femore del bimbo: non è il primo ritrovamento «anomalo» di ossa infantili
Gli scavi archeologici al Lucone, sito palafitticolo dichiarato patrImonio culturale dell’umanità dall’UnescoIl femore del bimbo: non è il primo ritrovamento «anomalo» di ossa infantili

I resti di un bambino di 4 mila fa anni riemergono dall'area archeologica del Lucone di Polpenazze, dal 2011 sito Unesco e patrimonio culturale dell’umanità insieme alle altre palafitte del Garda. Nella prima settimana di scavi del 2022 è stato recuperato il femore di un bimbo che poteva avere 3 anni di vita, probabilmente riconducibile allo scheletro rinvenuto nel 2018. Un ritrovamento che accende domande sulla cultura di quei popoli remoti, nostri progenitori. Perchè l’osso non si trova in un’area tombale: potrebbe essere dunque parte di qualche rito. «Ma non è una necropoli ed è dunque insolito ritrovare ossa in questo luogo - spiega Marco Baioni, direttore del museo di Gavardo che coordina gli scavi - e ipotizziamo si tratti di una conservazione sconosciuta di resti infantili, forse per un qualche rito, di cui si trovano reperti fino alla mandibola». Già nel 2012 in realtà venne trovato il cranio di un bimbo, chiamato «Gabri» perché scoperto da Gabriele Bocchio, ma non collegato agli altri ritrovamenti: «Ma fa parte di uno strato diverso degli scavi, subito dopo l'incendio che distrusse il villaggio di allora. Forse un rituale propiziatorio quando venne rifondato il villaggio, come già svelato in contesti simili in Germania». Ritrovamenti straordinari: nel 2012 Gabri, nel 2018 il primo scheletro a cui apparterrebbe il femore di questi giorni, nel 2019 un altro scheletro (sempre di un bimbo di 3 anni), nel 2020 e nel 2021 altre parti dello scheletro del 2019 (tra cui un omero in un vaso) oltre ai resti di un neonato in fase perinatale. «Una situazione complessa per cui, per ora, non abbiamo risposte - continua Baioni -. Gli scheletri dei bambini si riferiscono alla prima fase della vita nel villaggio, fino all'incendio e al crollo (circa 4 mila anni fa): potrebbero essere morti durante l'incendio, ma soffocati perché le ossa non sono carbonizzate. Il ritrovamento dell'omero in un vaso ci avvicina all'ipotesi di una conservazione rituale. Il cranio venne deposto nella seconda fase, dopo l'incendio». Sui resti umani il professor Alessandro Canci sta coordinando ricerche antropologiche, tafonomiche (la storia dell'organismo), paleopatologiche (le malattie) e genetiche, anche ricostruendo il Dna di Gabri. La vita delle palafitte del Lucone è compresa tra il 2034 e il 1967 a.C, poi fu abbandonato. Nella torba di un lago che non c'è più è stato trovato di tutto: dalla mitica piroga del 1965 a una miriade di reperti oggi al museo di Gavardo. Anche gli scavi del 2022 hanno già fatto emergere vasi di ogni forma e misura e pure l'emimandibola forata di un suino, tipica delle palafitte (trovata anche a Ledro): «Molto rara, forse un ornamento, oppure dal significato sacro», conclude Baioni. I siti Unesco del Garda, oltre al Lucone e al Lavagnone , comprendono anche San Sivino, Lugana, Peschiera e il Mantovano. Nel 2021 il ritrovamento di palafitte anche al largo della Spiaggia d'oro.•.

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