Il MuSa riapre i battenti e chiude il «ciclo» Sgarbi Stop alle grandi mostre

di L.SCA.
Il MuSa di Salò: la riapertura punta sulle collezioni permanenti
Il MuSa di Salò: la riapertura punta sulle collezioni permanenti
Il MuSa di Salò: la riapertura punta sulle collezioni permanenti
Il MuSa di Salò: la riapertura punta sulle collezioni permanenti

Mummie, violini, dipinti, reperti archeologici, reliquie risorgimentali e dei fronti delle grandi guerre mondiali. E ancora: carte scritte e disegni. HA RIAPERTO ieri mattina il MuSa di Salò dopo sei mesi di pandemico stop. In versione light fino al 10 gennaio 2021, venerdì sabato e domenica, con orario continuato dalle 10 alle 18 su prenotazione obbligatoria. «Si riapre – ha annunciato il presidente della Fondazione, Alberto Pelizzari – proponendo le nostre collezioni permanenti». Per le mostre temporanee che negli ultimi quattro anni hanno portato sul lago di Garda dipinti prestigiosi grazie agli eventi organizzati con Vittorio Sgarbi, bisognerà attendere il 2021: «In mesi di ristrettezze economiche – spiega Pelizzari – la programmazione è rallentata». Come anticipato, i secoli del dominio veneziano sulla Riviera della Magnifica Patria e i 600 giorni della Rsi («periodo che non possiamo permetterci di accantonare»), saranno le due nuove direttrici per il futuro. «Si proseguirà nel racconto del territorio – ha spiegato Pelizzari – provando a cucire tutti gli elementi e raccontare la Storia di Salò su un percorso che porti ad oggi dopo un viaggio millenario». Non ha voluto mancare alla riapertura del Musa l’onorevole Mariastella Gelmini, deputata forzista e presidente della Comunità del Garda: «Fa un certo effetto essere qui in questa data dopo quello che è successo. Quest’anno il lago di Garda sarà l’approdo anche per tanti italiani dopo il Covid-19 e per questo sarà necessario fare gioco di squadra e provare a far scoprire bellezze e luoghi come questo». «CINQUE ANNI FA – ricorda il direttore uscente del museo, Giordano Bruno Guerri – Sgarbi definì il MuSa “bellissimo ma un po’ vuoto”: ora possiamo dire che non è più così. In questi anni abbiamo lavorato per renderlo più attraente e il nuovo direttore potrà rilanciarlo ulteriormente insieme al Vittoriale: rimbocchiamoci maniche e mascherine - ha concluso - e ripartiamo insieme».

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