Il Tavolo del lago d’Idro «Pronti ad azioni legali per difendere il Chiese»

di C.REB.
Il presidente Gianluca Bordiga
Il presidente Gianluca Bordiga
Il presidente Gianluca Bordiga
Il presidente Gianluca Bordiga

Mantenere un low profile non significa rinunciare alla battaglia. L’impegno della Federazione del Tavolo delle associazioni che amano il fiume Chiese e il suo lago d’Idro «si fonda sull’intransigente difesa dell’ambiente attraverso un processo culturale che riesca ad avviare un dibattito concreto su un tema così importante - spiega il presidente Gianluca Bordiga -. Pur nel rispetto di tutti, secondo un codice etico che è alla base della nostra associazione, intendiamo continuare a svolgere il nostro ruolo con fermezza». Obiettivo che si declina in due step. «Abbiamo conferito l’incarico ad uno studio legale per mettere in azione un’efficace opposizione all’assurdo e prepotente progetto che vorrebbe trasferire nel Chiese gli scarichi di depurazione della sponda bresciana del Garda, reflui di un diverso bacino idrografico - annuncia Bordiga -. Ma per portare avanti la nostra azione abbiamo bisogno del sostegno di tutti». Per questo la Federazione ha lanciato una campagna di raccolta fondi - è stato aperto un conto corrente alla Bcc di Montichiari, Iban IT17K0869254780063 000003333 - «che ci darà gli strumenti adeguati per difendere il Chiese anche con azioni legali». Il presidente della Federazione - che riunisce 23 formazioni bresciane, mantovane e trentine - rispolvera anche la polemica sul documento che il Comune di Calcinato ed il Consorzio Medio Chiese hanno inviato nel dicembre scorso a 40 enti locali, chiedendone l’approvazione in Consiglio comunale. IN SOSTANZA si chiedeva di «conservare un metodo irriguo tradizionale, in grado di salvaguardare il sistema ambientale di pianura, sostenendo l’utilizzazione delle acque del Chiese per il mantenimento delle imprescindibili condizioni di circolazione idrica sul nostro territorio naturale, soprattutto nel periodo estivo». «Si tratta di un documento che farebbe tornare indietro le lancette di un secolo - spiega Bordiga -. Questa concezione dell’uso delle acque superficiali al servizio di un’attività agricola idrovora e intensiva è improponibile e superata, sia perchè stanno costantemente calando le riserve un tempo garantite dai ghiacciai, sia perchè quel sistema irriguo “a scorrimento“ determina un grande consumo della risorsa demaniale e causa gravissimi danni, con il prosciugamento di lunghi tratti del fiume e la pretesa di imporre escursioni abnormi del lago, ben oltre 3 metri verticali». Nonostante sia passato un anno, «molti Comuni non hanno ancora firmato il documento, ma ricevono pressioni costanti».

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